8 Ottobre 2005. Il giorno dello storico ventennale dei Miserabili è stato il piu' bel giorno della mia vita di performer-appassionato di musical. Erano mesi che la serata di sabato era sold out, ma una gentile mascherina del Queen's Theatre (in realtà era Mary Poppins...) non mi ha tolto la speranza, consigliandomi comunque di presentarmi un'oretta prima dell'inizio dello spettacolo... e così ho fatto. Beh...insomma...come dire.....sono riuscito a farmi vendere da una americana oversize un biglietto (il marito aveva comprato per la stessa sera dei biglietti per mamma mia) alla cifra miracolosa di 12.70 pound (meno di una pizza a Roma). Ero al settimo cielo: alle 18.30 mi accingo ad attraversare il foyer del Queen's Theatre emozionato ed eccitato come un bambino di 8 anni e comincio ad intravedere volti che mi erano abbastanza familiari, ma lo spettacolo stava per iniziare e sono dovuto scappare in piccionaia dove avevo il mio posto e dove, ad attendere me e gli altri spettatori, c'era una busta con dentro un calice (di plastica ma a me sembrava il più bel regalo del mondo) con la faccina di Cosette per brindare alla fine dello show. Fin dalle prime note era chiaro che la serata sarebbe stata pervasa da una particolare magia ma sopratutto da una forte energia da parte di tutto il cast della serata: note di merito vanno alla straordinario (gli aggettivi non bastano) John Owen Jones che ha regalato al suo pubblico un Jean Valjean palpitante (il soliloquy iniziale era da brividi), sottolineando ogni sfumatura melodica e dando nuova vita a tutta la partitura (che conosco a memoria avendo già visto lo show diverse volte e che nonostante tutto è stata arrichita dalla sua mitica performance); a Kerry Ellis che ha magistralmente interpretato Fantine (I dreamed a dream ha fatto venire giù il teatro e anche la sua morte è stata molto credibile), ai Thenardier infidi e grotteschi come non mai, interpretati da due colonne del musical inglese Barry James e Claire Moore, all'Enjolras di Shaun Escoffery (bravissimo e sexy... l'ultima volta ne avevo visto uno uscito da Pop Idol) e anche a una Cosette di Julia Möller finalmente libera da interpretazioni di bambolina statica dell'ottocento (come solitamente la interpretano). Per quello che riguarda Javert (non l'avevo mai visto fatto da un attore di colore) di Cornell John vocalmente non mi ha stregato anche se come attore era strepitoso (nel suo soliloquio finale è stato molto intenso sopratutto nel momento in cui comincia a cedere "How can I now allow this man/To hold dominion over me?/This desperate man whom I have hunted/He gave me my life/He gave me freedom); Marius e Eponime, vocalmente molto bravi, non mi hanno invece convinto come attori sopratutto in uno dei miei pezzi preferiti "A little fall of rain": la scelta di fare il blocking fronte pubblico (solitamente l'ho visto sempre fare di tre quarti) me li ha improvvisamente trasportati in una dimensione da Beautiful. Immaginate Les Miserables fatto con un energia unica e vi sembrerà uno spettacolo fresco e vitale (nel passaggio dal Palace al Queen ho avuto l'impressione che alcuni momenti dello spettacolo siano stati rivisti e rinfrescati nella regia e nei costumi con particolare rilevanza per "The Wedding Chorale" e "Beggars at the Feast) e per nulla lungo (le 3 ore mi sono volate). E adesso andiamo al gossip: dopo un primo tempo in piccionaia (con coppia di americani che mi ha rimpinzato di dolcetti) ho deciso di compiere la mia conquista delle barricate spostandomi in platea; appena imbocco il foyer adiacente alla platea mi sembrava di essere gia' nel mio sogno preferito:due o tre Jean Valjean, due o tre Enjolras dei cast passati mi sono passati accanto insieme ad alcuni miei miti e sto parlando di gente del calibro di CAMERON MACKINTOSH, JOHN CAMERON, JOHN NAPIER, CLAUDE-MICHEL SCHÖNBERG, ALAIN BOUBLIL, DAVID HERSEY... mi sentivo un po' cenerentola al ballo. Il secondo atto me lo sono cosi' goduto dal posto che gentilmente mi ha offerto la solita santa mascherina del teatro. Finisce lo spettacolo,Cameron Mackintosh sale sul palco dopo una standing ovation e comincia a parlare di come è iniziata l'avventura dei miserabili e dopo questo breve racconto ci comunica che una quarantina di ragazzini presi dalle migliori scuole di musical dell'Inghilterra che avevano già partecipato alle school edition dei Miserabili si sarebbero,di li a poco,in una performance straordinaria del musical (un medley che è durato una mezz'ora). Ci siamo cosi seduti di nuovo per assistere a questi meravigliosi ragazzini che ci hanno deliziato con le più belle canzoni dei miserabili (che voci,che timbri,che invidia!) per concludere il tutto con una "One Day More" fatta dai ragazzi e dal cast dei professionisti che li ha raggiunti sul palco (momento in cui le lacrime mi scendevano senza controllo). Cameron Mackintosh ha chiamato sul palco tutti gli artefici di tale capolavoro: il primo a parlare è stato Claude-Michel Schönberg che ha lanciato (come solo i francesi sanno fare) qualche frecciatina sia al suo partner Boublil (dicendo che 20 anni fa era più magro, più bello, sapeva giocare a tennis e non aveva l'artrosi) che allo Zar Mackintosh ;quest'ultimo ha poi preso la parola dando inizio alla festa e cosi palloncini colorati (coi colori della bandiera francese) stelle filanti e coriandoli e chi più ne ha più ne metta sono scesi dall'alto, mentre lo champagne scorreva a fiumi e sul palco si tagliava una torta con la faccia di Cosette con il cappellino da festeggiata. Ma la mia notte magica non era finita: mentre infatti si brindava ed io (tipo collezionista-accattone) rubavo palloncini e calici dei Miserabili, ho incrociato Claude-Michel Schönberg, al quale con mano tremante ho fatto firmare la mia brochure. Quando gli ho detto che ero un performer italiano che era venuto apposta per vedere quella serata, mi ha risposto sibillinamente:"Allora hai scelto la cosa peggiore da fare stasera!" ...cos'avrà voluto dire?. Comunque sia, mentre cercavo qualche altro palloncino alzo gli occhi e vedo lo ZAR e di nuovo tremante gli racconto la stessa storia che avevo raccontato a Schönberg; fortunatamente lo Zar mi dedica qualche minuto, mentre io (che posso testimoniare l'esistenza del paradiso) mi spertico in lodi sul suo ultimo lavoro Mary Poppins, lui mi augura in bocca al lupo per il mio lavoro di performer! Vi renderete conto che mi è sembrato di ricevere la benedizione papale, tanto che uscito dal teatro con i palloncini colorati in mano e tutto il resto, sembravo un soggetto in stato confusionale (solo i veri appassionati credo che possano capire l'emozione e la gioia per la serata e per gli incontri!). Questo è il resoconto di una splendida serata, magica come possono essere le serate londinesi e piena delle emozioni che il capolavoro "Les Miserables" continua ad offrire grazie alla magia del teatro musicale. Jacopo Pelliccia |