La prima cosa che mi viene da
dire su questo lavoro è che si tratta di una grande occasione
sprecata. La storia era di per sé ricchissima di spunti e
suggestioni, per farne uno spettacolo di spessore, anche perché, da
quello che si vede, l’investimento affrontato dalla produzione non
è certo di poco conto. Lascia in primo luogo molto perplessi la
scelta di affidare il ruolo di Giovanna a Miriam Mesturino, ottima
attrice, ma per niente cantante. Con la conseguenza che la
protagonista di un musical non canta praticamente mai, sola
eccezione un paio di frasi sul coro nella scena finale. Quelli che
sarebbero gli “assolo” di Giovanna diventano infatti monologhi
su musica a volte anche in rima e metrica, il che rende la cosa
alquanto fastidiosa. In realtà nessuno dei protagonisti mi è parso
convincente, ad eccezione forse dell’esperto Aldo Ralli nel ruolo
dell’inquisitore. Ma la colpa è anche e soprattutto dei testi
sempre, o quasi, deboli. Le canzoni non lasciano il segno, scivolano
via senza che resti nulla.Il lavoro mi è parso nel complesso
superficiale, tanto nella sceneggiatura quanto nella regia. Le note
positive vengono dal cast dei ‘non protagonisti’, quasi tutti
grintosi e capaci, con una menzione particolare al biondo Nicola
Zamperetti. Costumi curati e disegno luci suggestivo, ma per fare un
bel musical ci vuole qualcosa di più. Luca Simon
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