I NUOVI DANNY E KENICKIE Intervista rilasciata il 26 ottobre 2003 al Teatro Alfieri di Torino Questa volta Amicidelmusical.it ha intervistato per i suoi lettori Dennis Fantina e Fabrizio Paganini, protagonisti della nuova versione targata Rancia del fortunatissimo "Grease". Il primo è reduce dal personale successo riscosso nella prima edizione del programma tv "Saranno famosi" e affronta ora questa nuova sfida nel mondo del musical; l'altro ha alle spalle una fortunata carriera di ballerino e performer, sotto la guida di due "mostri sacri" del genere, come Saverio Marconi e Pietro Garinei. Dennis, cosa provi al tuo primo impatto professionale con il mondo del musical? Fa impressione. È sicuramente diverso dalla televisione, anche perché vivi più a contatto con il pubblico invece che con la telecamera. Poi, devo interagire con persone con maggiore esperienza rispetto alla mia, quindi dovrò darmi da fare! Qual è la differenza principale che hai notato tra le messe in scena dei medley ai quali eri abituato durante la scuola televisiva e la tua attuale esperienza in "Grease"? A scuola (Saranno famosi, n.d.r.) non erano presenti quasi mai i dialoghi e se c'era un dialogo con un'altra persona si trattava di poche battute. Ora, invece, devo andare avanti quasi tre ore a dialogare; e per me, che ci sono dentro da poco, è molto difficile: devo abituarmi e speriamo che vada sempre meglio. In poco meno di due anni la tua vita è cambiata radicalmente: la vittoria a "Saranno famosi", il Tim Tour, il singolo "Non è il cuore" in vetta alle classifiche per settimane, l'uscita del tuo primo album. Come hai vissuto questi momenti? Questa è una domanda che, ovviamente, mi fanno tutti, ma ti assicuro che la mia vita non è cambiata per niente rispetto a prima. L'unica differenza è che faccio un altro lavoro: prima lavoravo in un bar, adesso faccio musical! Non è poi così diverso: lavori meno ore, ma comunque è una gran fatica. Certo, è tutto un altro mondo, ma la mia vita è sempre la stessa: ho sempre la stessa fidanzata e vivo dove vivevo prima. Non sei l'unico tra i tuoi "ex colleghi" della scuola che si è imbattuto, professionalmente parlando, nella strada del musical, e ci basta ricordare Valeria Monetti, protagonista di "Sette spose per sette fratelli". Pensi che sia stato naturale procedere in questa direzione, vista la formazione completa di cui vi ha dotato la scuola? Beh, diciamo che la scuola di "Saranno famosi" ci ha dato la possibilità di capire cosa vuol dire essere completi, poi comunque devi studiare. C'è gente che studia da anni danza, recitazione e canto, io l'ho fatto per un anno e non mi sento migliore di altri. Sicuramente era una strada che dovevamo percorrere, anche per capire quello che ci aspettava dopo. Nel mio caso, fare il disco è stata una cosa a sé, il musical è stato il passo successivo. Fabrizio, la tua carriera è ricca di successi come performer di musical, ma forse non tutti sanno che, per tradizione di famiglia, provieni dalla danza... La mia formazione è quella di ballerino classico presso il Teatro dell'Opera di Roma. La danza classica è fatta di gesti, intenzioni e sentimenti raccontati con il corpo. Il musical è un mondo completamente opposto, più divertente, non voglio dire meno impegnativo perché non è così; qualsiasi cosa fai, quando c'è un pubblico che ti guarda, devi impegnarti al massimo. La cosa importante è ricordarsi la propria formazione e la mia è stata fondamentale. In seguito è arrivato il musical e tu hai lavorato spesso con due grandi come Garinei e Marconi. Una caratteristica per ciascuno di loro... Al musical ci sono arrivato piano piano, ho cominciato con la commedia musicale. Garinei per me è veramente "zio Pietro", perché gli voglio bene come se fosse di famiglia. Ho cominciato con lui a vent'anni con il primo spettacolo, "Rinaldo in campo", poi "Aggiungi un posto a tavola", "Bobby sa tutto"... e sono cresciuto professionalmente fino all'ultimo spettacolo, quello dell'anno scorso, di cui Garinei è stato produttore. Ti riferisci all'esperienza con il Quartetto G a cui fai parte con Antonello Angiolillo, Sabrina Marciano e Laura Ruocco che la scorsa stagione ha spopolato in tutta Italia con lo spettacolo "Tutto fa... Brod(way)"? Sì, è stata una stagione meravigliosa, con grandi sacrifici all'inizio da parte del quartetto, perché Garinei ci ha detto: "Ragazzi, non vi dividete, siete un bel gruppo, lavoriamo insieme!". Quando poi siamo riusciti a costruire uno spettacolo, lui è intervenuto, ci ha aiutato e alla fine ce l'ha prodotto, per cui la stagione scorsa abbiamo portato questo spettacolo a spasso per l'Italia, proprio come un figlio... A questo punto, Fabrizio rivela ad Amicidelmusical.it due importanti esclusive! La ripresa di "Tutto fa... Brod(way)", a partire dal prossimo marzo, in attesa del nuovo progetto con Garinei, che vedrà protagonista il Quartetto G al Sistina, ma di cui ancora non vuole parlare per scaramanzia! Passiamo alle esperienze con Saverio Marconi e la Compagnia della Rancia... Ho voluto lavorare con Marconi perché ho visto il miglioramento che mio fratello (Raffaele Paganini, n.d.r.) ha vissuto, proprio grazie a lui. Con Raffaele abbiamo avuto un'esperienza di musical precedente a Marconi, e cioè "Un americano a Parigi", dove il coreografo era anche regista, per cui ci arrangiavamo a fare quello che riuscivamo. Invece Saverio ha capito come lavorare con "attori che non sono attori", come me e mio fratello, che veniamo dalla danza e solo successivamente abbiamo affrontato canto e recitazione. E Marconi ha saputo utilizzare la nostra minima esperienza (come attori e cantanti, n.d.r.) per dare al pubblico tutto quello che si vede in scena. C'è molta attesa per l'imminente ripresa di "Sette spose", che si avvarrà di un nuovissimo cast. Non me ne parlare, sono arrabbiatissimo di non poter esserci, perché io adoro questo spettacolo! Tu, Raffaele e Manuel Frattini siete impegnati su altri fronti, dunque cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova edizione? Allora, sicuramente Valeria (Monetti, n.d.r.) è una persona che ha dimostrato un grande talento, per cui ora può contare sull'esperienza che ha accumulato, avendo già fatto "Sette spose per sette fratelli": credo sia pronta al 100%. Michele Carfora non è pronto... È QUALCOSA DI PIU'! Noi abbiamo lavorato questa estate in "Grease" e mi sono trovato benissimo, ha una personalità molto vicina a quella che è l'energia che sento a Natale nella mia famiglia (che è molto numerosa, n.d.r.). Ovviamente, io sono il primo fan di mio fratello, ma Michele è una persona che sicuramente ce la può fare, perché dalla sua parte ha il fatto di non essere un raffinato, ma è piuttosto rozzo, (nel senso buono del termine, n.d.r.) proprio come il personaggio di Adamo! Se uno spettacolo nasce per un artista, è sempre difficile che un altro artista, nonostante la bravura, lo faccia uguale. Allora, il discorso vale anche per te e Carfora, che in "Grease" ti ha preceduto nel ruolo di Kenickie? . Qui il discorso è leggermente diverso. Vedi, io credo che recitare un ruolo da co-protagonista sia molto difficile. Per esempio, il personaggio di Danny Zuko, nello spettacolo, è sempre lo stesso, non cambia mai. Kenickie, invece, presenta, a seconda della scena, sfaccettature diverse. Io ho potuto attingere dalla mia esperienza di vita, oltre che dalla mia fisicità, per costruire il personaggio e portarlo in scena. Sia io che Michele abbiamo avuto entrambi la possibilità di modellare lo stesso personaggio, ciascuno con le proprie caratteristiche. Ad entrambi rivolgo ancora un'ultima domanda. L'ultimo musical al quale avete assistito da spettatori? Dennis: "Joseph", uno spettacolo divertente e rilassante perché diverso dal primo che ho visto, che è stato "Notre Dame de Paris", sicuramente bello, con scenografie da spavento, però molto impegnativo, perché devi stare lì a capire quello che succede. "Joseph (e la Strabiliante Tunica dei Sogni in Technicolor, n.d.r.)" potrebbe essere l'equivalente di "Grease", a livello di rilassamento, perché lo vai a vedere e ti rilassi. Fabrizio: Uno degli ultimi che ho visto è stato naturalmente "Rodolfo Valentino", ma era un'estiva, la compagnia non lavorava proprio nelle condizioni ottimali, all'aperto, con tutto quel che segue. C'erano delle cose che non funzionavano, di cui ho parlato anche con mio fratello Raffaele, e credo che per l'autunno abbiano provveduto, anche perché questo è un altro spettacolo che richiede molta attenzione a quello che avviene in scena. Amicidelmusical.it ringrazia entrambi per la disponibilità e vi augura in bocca al lupo per il vostro futuro professionale. Fabrizio: Amicidelmusical, secondo me, è un'iniziativa straordinaria, che ci fa soltanto bene, perché è la divulgazione di quello che è il nostro pensiero, e cioè far divertire il pubblico con il musical! Roberto Mazzone
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