|
Trieste, 20 febbraio 2004
Con il "Ritratto di Dorian Gray" prima e nei "Promessi Sposi" poi, si è scoperta una vena di attrice che non credeva di avere. Tato Russo ha dunque visto bene, regalando al pubblico una inedita e coinvolgente Irene Fargo, che volentieri scambia quattro chiacchiere con me, dopo un interessante incontro con la compagnia del "Ritratto", durante l'apprezzata tappa triestina al "Rossetti" del lungo tour italiano del musical.
Partiamo dall'inizio, dal debutto sanremese nel 1991 con "La donna di Ibsen" e "Come una Turandot", brano che amo particolarmente perché adoro Puccini!
Anche per me Puccini è un grande amore, e la scelta di fare "Come una Turandot" è stata dettata proprio da questo, a parte il fatto che avevo una nonna melomane scomparsa proprio in quegli anni. Quando mi hanno sottoposto questa canzone avevo le lacrime agli occhi, pensavo che non sarei mai riuscita a cantare una cosa del genere. Tra l'altro era proprio una citazione... E invece è stata una delle canzoni che più mi ha avvicinata al pubblico, e che mi ha davvero dato molto! E poi, sai una cosa? Umberto Bertacca curava le scenografie del festival di Sanremo del 1991, e fu il mio primo festival; il mio primo musical, "Il ritratto di Dorian Gray", ha le scenografie di Umberto Bertacca! C'è stato questo curioso passaggio, così ho ritrovato delle persone che hanno segnato dei momenti belli, come questo che sto vivendo col musical.
|
Tra la carriera di cantante, la tivù, e il musical... Quest'ultimo è una parentesi o è un qualcosa da sviluppare?
Sai... è bello pensare che nel musical, e nel teatro specialmente, ogni età ha i propri ruoli. Il musical è una alternativa, per me, che potrebbe durare moltissimo, così come la canzone, perché comunque mi può dare le stesse opportunità, ma è diventata un mondo molto più freddo... Si parla tanto di internet, la mia ultima canzone si intitola "Trappole" ed è ispirata proprio alle insidie dei nuovi mezzi tecnologici, di appuntamenti al buio, di tante spiacevoli avventure che possono capitare a tutti. Adesso la canzone viene sfruttata di più, nel giro di pochi mesi si esaurisce, a meno che non ci siano le grandi canzoni che rimangono nel tempo...
Trovarle...
Eh, trovarle, hai detto la parola giusta! Ma il musical è per me una grande opportunità di crescita, anche a livello attoriale, perché sono riuscita a sfoderare delle doti che molto probabilmente avevo, ma che non avevo il coraggio di affrontare! Ho scoperto che per me è una cosa talmente semplice, basta avere attorno le persone giuste, chiaramente, che ti danno le indicazioni... Tato Russo ha visto bene! E ti dirò: mi aveva già contattato per il suo primo musical, "Masaniello", ma in quel periodo avevo appena fatto "Domenica in", ero piena di impegni, in poche parole ero sovraesposta! Allora ho rifiutato. Io sono sempre stata legata al musical, ma come spettatrice. Tutto quello che riguarda la musica è per me un grande godimento.
Nell'affrontare il personaggio di Maryanne nel "Ritratto", ed anche nella monaca di Monza che hai interpretato nei "Promessi sposi", si nota tanta naturalezza. C'è stato un grande lavoro alle spalle?
Bè... sono incosciente! Certe volte affronto delle prove molto impegnative con l'incoscienza della prima volta, ho questa capacità, non vado a complicarmi mai la vita! Se poi trovi il Pigmalione che ti dà l'opportunità di crescere, che ti dà le indicazioni chiave per leggere determinati personaggi… Ho accettato di farlo perché non sono più una ragazzina, ho quarant'anni e una vita privata che comunque mi sostiene sempre, ho delle persone e degli amici che da tempo mi seguono.... per me recitare è un essere me stessa, o magari rappresenta quello che potrei diventare. E' un esperimento…
Allora quanto c'è di te nei due personaggi?
Nel "Ritratto di Dorian Gray" c'è molto di me come madre, senz'altro, anche per le esperienze negative. La scena dell'aborto è per me fortissima, perché proprio durante "I promessi sposi" ho avuto un'esperienza simile, perciò sul palcoscenico divento una iena! Molte volte mi hanno detto che lì sono proprio cattiva, ma in alcuni momenti non riesco a non essere me stessa, e a non pensare a quello che mi è accaduto o a quello che mi potrebbe succedere. E poi il fatto di diventare vecchia mi piace moltissimo, perché non sono il tipo da bisturi. Non ho paura di invecchiare, anzi, mi piace. Quando la gente vede che una persona è serena, e vive la sua vita in modo molto semplice ed equilibrato, con gli affetti di cui ha bisogno, sul palcoscenico riesce ad essere totalmente quello che non è, perché comunque di fondo c'è un equilibrio.
Nella monaca di Monza, invece, c'è molto condizionamento... Ho pensato a chi magari dentro è un fuoco e per convenzioni o condizionamenti esterni si deve trattenere; ecco, la mia monaca era molto trattenuta, i miei movimenti erano molto legati, era una monaca molto diversa dall'attrice che l'ha interpretata in precedenza.
Ma c'è un qualche personaggio che ti piacerebbe interpretare?
Sì, sì, te lo posso confessare, tanto non succederà mai: Mary Poppins! E' uno di quei personaggi che mi hanno sempre intrigato, sarà che ho due bimbe piccole e quindi ho visto il film centinaia di volte e anche a "Domenica in" mi è capitato di interpretarlo per uno sketch, ed è un personaggio veramente completo!
E per chi volesse saperne di più su Irene Fargo, è lei stessa a compilare un blog e a rispondere ai fan sul sito www.irenefargo.it
Francesco Moretti
Torna su |