31 ottobre 2000. Impegnata nelle repliche di Jesus Christ Superstar e in attesa di
riprendere il ruolo di Eliza Doolittle in My Fair Lady, Olivia Cinquemani mi ha
gentilmente rilasciato questa intervista.
Com'è nata la sua passione per il canto ?
E' nata da bambina, ascoltando i primi dischi e canticchiando le prime canzoni.
Poi verso i quattordici anni ho iniziato a collaborare con alcune band di amici.
Quand'è che ha scoperto che sarebbe diventata una professione?
Sui 18 anni, quando ho firmato i primi contratti con alcuni locali: io ho fatto
molto piano-bar e musica dance.
Com'è avvenuto il suo primo incontro col
musical?
Sei anni fa è partita l'avventura del Jesus della Munizione, in cui mi hanno
chiesto di interpretare il ruolo di Maddalena, dapprima solo in Sicilia, poi a poco a poco
in tutta Italia. L'anno scorso abbiamo rinnovato la produzione e inserito nel cast il
grande Carl Anderson nella parte di Judas.
Cosa si prova a recitare accanto a un'icona vivente del musical come Carl Anderson?
E' una bellissima esperienza, che mi fa crescere molto, è una persona
straordinaria con una lunga carriera alle spalle, uno di quei pochi artisti che si possono
definire veramente "completi" e su cui si può sempre fare affidamento, da cui
ti lasci volentieri guidare.
Coi suoi 55 anni vive per lo spettacolo e ispira un'energia infinita.
Qual è secondo lei il segreto del successo senza tempo del musical Jesus Christ Superstar
?
Il vero segreto è nelle musiche, estremamente coinvolgenti che raccontano in
chiave rock una storia eccezionale, quella degli ultimi tre giorni di Gesù. Rock e fede:
un contrasto se si vuole, ma sono proprio i contrasti a farci riflettere.
Il futuro del musical italiano è nel grande repertorio americano e britannico o si
cercherà a suo avviso sempre di più di puntare su spettacoli originali italiani?
Si cercherà, e si cerca già oggi, di presentare lavori originali, ma per noi
italiani è difficile: la nostra tradizione è ancora legata alla commedia musicale, i
meccanismi del musical non appartengono alla nostra cultura. Forse a forza di proporre i
classici riusciremo ad imparare come si scrive un musical, ma per ora gli show visti in
giro restano a mio parere dei tentativi nemmeno lontanamente paragonabili ai musical
inglesi e americani.
Qual è il ruolo di un musical che ha sempre sognato di interpretare ma non ne ha ancora
avuto l'occasione?
Finora ho avuto la fortuna di interpretare tutti i ruoli che ho sempre sognato:
Maddalena, Evita, Mrs. Walker Un ruolo che mi affascina molto è quello di Norma
Desmond in Sunset Boulevard, ma ritengo che necessiti di una maturità, artistica ma
soprattutto anagrafica, che non possiedo ancora.
Quali sono le caratteristiche fondamentali che deve possedere un'interprete di musical,
oltre a saper recitare cantare e ballare?
Innanzitutto una buona presenza scenica, ma è anche importantissima l'energia,
ovvero la forza, l'agilità dei movimenti, la fluidità.
Dei ruoli interpretati nei musical passati qual è che ricorda con più affetto?
Sicuramente Evita, ho sempre adorato questo personaggio, ma ricordo con piacere
anche Mrs. Walker.
Lei sta anche interpretando Eliza Doolittle in My Fair Lady, come ha vissuto questo
passaggio verso un musical più recitato, ovvero con più dialoghi, dei precedenti?
La capacità di recitare l'ho sempre posseduta, My Fair Lady me l'ha fatto
scoprire: ho anche studiato recitazione ma non ho avuto molto tempo, se non avessi avuto
dalla mia anche un talento innato non avrei raggiunto questo successo. In questo senso
devo dire però che sono stati preziosissimi l'aiuto e i consigli dei colleghi già
affermati impegnati nella produzione, tra cui Luca Biagini e Gian.
Secondo lei il pubblico apprezza maggiormente i musical in lingua originale o in italiano?
Secondo me i musical totalmente cantati andrebbero recitati in lingua originale,
mentre è giusto tradurre quelli formati per gran parte da dialoghi.