Sabato 1 Dicembre 2001. Dopo un'affollatissima e applauditissima pomeridiana di Grease
incontro la nuova Sandy, l'intensa Simona Samarelli. Dopo una breve ricerca sfuggendo dal
febbrile caos del dopo-recita che caratterizza i camerini del Teatro Nuovo di Torino,
troviamo ospitalità nell'ufficio dell'Amministrazione e la nostra chiacchierata può
iniziare.
Quali emozioni ti regala interpretare Sandy?
E' difficile descriverle tutte... principalmente sono molto euforica durante lo spettacolo
perché aldilà di questa specifica interpretazione per me è già molto eccitante il
fatto di poter affrontare un ruolo da protagonista. Per quanto riguarda Sandy, devo dire
che è un personaggio molto interessante, perché possiede molte sfaccettature diverse che
si evolvono durante il musical. Quindi ho la possibilità di mettere qualcosa di mio in
tutte le differenti direzioni della sua personalità e la cosa mi diverte molto. Sì,
durante lo spettacolo mi diverto moltissimo, anche se lo facciamo tutte le sere in modo
più o meno uguale a parte certe piccole modifiche.
Come reagisce il pubblico italiano a
questo show?
Le reazioni della gente sono sempre molto calorose e partecipate: nelle scene comiche il
pubblico ride molto, nelle scene drammatiche (come nella lite tra me e Rizzo) c'è molta
attenzione a cosa accadrà. Io non guardo mai in faccia gli spettatori, ma mi rendo conto
che c'è molto coinvolgimento. Mediamente in tutte le piazze abbiamo notato questo
atteggiamento, anche se succede che alcune scene coinvolgono più in certe città e meno
in certe altre.
Qual'è per te il momento più emozionante di Grease?
Il primo in assoluto è la mia lite con Rizzo nel secondo atto, in cui poi devo piangere.
Mi viene sempre naturale il pianto perché Alice [Mistroni, interprete del personaggio di
Rizzo, n.d.i.] è bravissima e la sua interpretazione di "Potrei Fare Peggio" è
così coinvolgente che riesco a impregnarmi di alcune cose che mi fanno particolarmente
sensibile, quindi mi apro e piango veramente. Penso a cose che mi fanno soffrire o
emozionare, è come scoprire un lato della mia persona che normalmente non viene fuori.
Poi mi emozionano particolarmente certi piccoli momenti in cui invece rido molto, come ad
esempio nella scena dell'incontro con Danny.
Si è detto e scritto molto sul segreto del successo di Grease, sulle musiche
immortali, sulle coreografie molto coinvolgenti, ma secondo te qual è il succo di tutta
l'immensa fortuna di questo musical?
E' un insieme di fattori. Il principale, che ha reso e sempre renderà Grease coinvolgente
per tutte le generazioni è la rievocazione dell'ambiente scolastico, le amicizie, gli
amori, i primi approcci con l'altro sesso, le feste, i compagni di scuola, i secchioni.
Poi ci sono le musiche, coinvolgenti e bellissime: io sono cresciuta sentendo il disco di
Grease. Mi ricordo in maniera particolare le feste a casa di mia cugina, non ci stancavamo
mai di ascoltarlo.
Infine è uno spettacolo completo, in cui c'è tutto, si piange, si ride, è molto
colorato. La nostra versione in particolare poi è piena di elementi bravi, quindi...
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto ?
Uno lo sto già vivendo, perché essere protagonista di un musical è una cosa che ho
sognato sin da bambina. Non che lo credessi totalmente impossibile, ma per me era una cosa
talmente lontana perché quando vedevo i film, le commedie musicali, pensavo che venissero
rappresentate solo in America, e mi chiedevo come ci sarei arrivata e se mai ne fossi
stata all'altezza. Quello che è successo a me è la realizzazione di un sogno
inimmaginabile, e chi ama contemporaneamente ballare, recitare e cantare sa cosa vuol
dire!
Un altra cosa che mi auguro per la mia vita, sarà banale dirlo, ma è la serenità.
Secondo me è un regalo che la vita ci fa e che noi facciamo fatica a conservare. La vita
quotidiana è una continua battaglia, lottiamo continuamente spesso anche per delle
stupidaggini, ma ho capito che alla fine dei conti l'equilibrio è fondamentale.
C'è un ruolo che senti tuo e che potresti secondo te affrontare?
Un personaggio che mi piacerebbe interpretare è quello di Fanny Brice in Funny Girl, il
ruolo che nella versione cinematografica veniva ricoperto da Barbara Straisand. Mi
diverte, è molto esilarante e io mi vedo un po' così. Mi sembra che sia anche nelle mie
corde, ma posso sbagliarmi...
Tra le produzioni di musical attualmente in scena quale ti è piaciuta
particolarmente?
Mi ha particolarmente colpita RENT, anche se forse più che musical sarebbe meglio
definirlo opera-rock. Il musical infatti lo immaginiamo come uno spettacolo leggero,
spensierato, magari con qualche piccolo momento di riflessione su uno dei messaggi che
devono essere percepiti dal pubblico. Invece RENT è uno spettacolo molto difficile, non
per tutti, forse diretto solo a un certo tipo di pubblico. Però mi ha conquistato con le
sue tante sfaccettature, con il messaggio molto moderno, quotidiano e sfacciato, cioè che
non si legge tra le righe ma che si rivela per molti versi diretto.
Siamo in periodo di Feste. Vuoi fare un augurio al musical italiano?
Auguro che ci siano sempre più produzioni e che la concorrenza tra le compagnie non sia
meschina ma costruttiva. Auguro che la preparazione degli artisti sia sempre migliore,
anche grazie alla creazione di scuole di musical sul modello americano, in modo che ognuno
di noi non debba essere costretto ad arrangiarsi tra un corso e l'altro ma possa
conseguire la preparazione in modo più facile e continuo, magari grazie anche alla
creazione di borse di studio.
Buone Feste a tutti!
Salutiamo Simona e le Auguriamo un 2002 pieno di successi!