Travaglio: Com'è nata la tua passione
per il canto ?
Tosca: Mi è stata trasmessa da mio padre: sia lui che mia zia cantavano, fin da
bambina perciò ho mangiato pane e musica e ringraziando Dio buona musica d'autore, De
Gregori, De Andrè, Fossati.
Travaglio: Quand'è che hai scoperto che sarebbe diventata una professione?
Tosca: Io all'inizio volevo fare l'attrice e recitavo nella compagnia dialettale
Durante, anche se ero già appassionata di canto: cantavo nelle festicciole fra amici.
Finché un giorno a Roma in un locale mi hanno fatto cantare "La donna cannone",
in platea c'era Renzo Arbore che ha preso il mio numero e poi mi ha chiamata, ed è nata
così la mia collaborazione con lui, ho fatto la vocalist per quattro anni, poi ho
iniziato a camminare con le mie gambe, a innamorarmi delle prime canzoni scritte e a
realizzarle.
Travaglio: Com'è avvenuto il tuo incontro col musical?
Tosca: L'ho cercato: a dieci anni facevo danza classica, mi piaceva moltissimo,
poi ho fatto un provino per l'Accademia Nazionale di Danza e mi hanno detto che la mia
corporatura era un po' "grossa" per la danza classica, 22 anni fa erano di moda
ballerine minute e magroline.
Tanta è stata la delusione che ho deciso di abbandonare, mi sono messa a giocare a
pallavolo. Comunque avendo sempre voluto fare l'attrice, essendo poi diventata una
cantante professionista e avendo sempre avuto la danza nel sangue un bel giorno ho avuto
il desiderio di dire tutto .
Ho chiamato Saverio Marconi e gli ho chiesto un provino: mi arrivavano infatti tante
proposte di musicals ma non mi piacevano, non mi sentivo tutelata.
Quando si canta ad un determinato livello è molto rischioso buttarsi in generi
alternativi, a meno di farlo con i numeri uno come Marconi. Quel provino andò bene e mi
avrebbe preso per A Chorus Line senonchè in quei giorni stavo doppiando Anastasia,
progetto che non potevo assolutamente mollare. Fortunatamente dopo un mese Saverio mi ha
telefonato e mi ha detto "mi piacerebbe molto che tu provassi a fare il ruolo di
Milly". All' inizio ero proprio riluttante, volevo interpretare un o spettacolo più
moderno come appunto A Chorus Line o RENT ma lui è stato molto convincente, mi ha fatto
proprio vivere questo personaggio, l'ha reso mio. Ho accettato e ho fatto bene.
Travaglio: Parlaci della tua esperienza di Anastasia che ti ha permesso di lavorare,
accanto a Fiorello, con gli autori di Ragtime.
Tosca: E' stato meraviglioso: prima ho doppiato il parlato del personaggio e poi
il cantato, ma la cosa bella è il fondersi di queste due cose, la prima volta che ho
visto il cartone animato che cantava con la mia voce, ho pianto: è stata un'emozione
incredibile !
Poi è stato bellissimo lavorare con Fiorello. Io lo vedo molto adatto a interpretare un
musical. Anzi, sto lavorando a un progetto originale dove si fa molto spesso il suo
nome
Travaglio: Qual è la soddisfazione che dà l'esperienza teatrale rispetto un buon
successo discografico o una vittoria a san Remo ?
Tosca: Sono emozioni molto diverse, sicuramente impari molto di più a teatro: ti
confronti ogni sera con la gente che è davanti a te, presenti sempre lo stesso spettacolo
ma a mano a mano scopri le sue sfaccettature: una sera sei un po' più triste e lo reciti
in una maniera, un'altra sei più allegra e lo reciti in un'altra. Questa è una grande
scuola, quando andrò sul palco a cantare la mia musica sarò diversa perché ho due anni
di vissuto su un palcoscenico teatrale alle spalle.
Travaglio: Il segreto del grande successo di questo revival di Sette Spose Per Sette
Fratelli è sicuramente il grande feeling che unisce tutti i componenti del cast. A chi va
il merito in particolare ?
Tosca: Di tutti: anche tra noi, come in ogni gruppo, c'è chi è più simpatico e
chi è più antipatico però l'amore per questo spettacolo ci unisce. Per quanto mi
riguarda io sono un'entusiasta clamorosa e quando mi piace una cosa l'amo fino alla morte:
molto probabilmente ci sarà una ripresa e io non so se potrò farla e mi verrà un grande
magone a sapere che loro sono sul palco e io non ci sarò
Se però dovessi nominare una persona che è stata importantissima per creare questo
feeling direi sicuramente Raffaele (Paganini N.d.r.) perché essendo stato capo di varie
Compagnie sa come muoversi, cosa dire, cosa fare. Insomma, c'è tanta gioia tra noi tutti,
anche quando qualcuno è stanco o triste lascia i suoi problemi fuori, quando entra qui
c'è molto gioco.
Travaglio: Tu hai lavorato con un grande talento come Manuel Frattini, come giudichi le
nuove leve del musical: si creerà uno star system interno al musical secondo te?
Tosca: Io spero di sì, anche se mi piacerebbe che non si creasse la categoria o
il ghetto dei "cantanti da musical" che non fanno null'altro, ma vorrei che
anche chi lavora nei musicals fosse considerato "cantante" e basta. Ad esempio
io mi sono rifiutata di cantare questi pezzi come dovrebbero essere cantati, in uno stile
prettamente teatrale, ma ho cercato di trovare un equilibrio tra il canto della musica
leggera (che è più vicino alla musica che ascoltano i giovani) e il canto "da
musical".
Ecco, se dovessi dare un consiglio ai talenti del Musical italiano direi loro di non
ascoltare solo musicals ma di sentire Ligabue, De Andre, De Gregori, Giorgia, la Mannoia .
Travaglio: Il futuro del musical italiano è nel grande repertorio americano e britannico
o si cercherà sempre di più di puntare su spettacoli originali italiani?
Tosca: Il futuro è sicuramente negli spettacoli originali, ci stanno già
provando anche se per ora ci sono stati solo dei tentativi un po' poveri, secondo me
soprattutto perché vengono composti da persone che sanno come si compone una
sceneggiatura ma non come si scrive una canzone . Una melodia o una lirica ti deve
scaturire dal cuore e deve dare emozioni a chi la ascolta, non si può scrivere su
commissione in pochi mesi. Riccardo Cocciante ci ha messo tre anni a finire "Notre
Dame De Paris", Gianni Togni ha scritto "Hollywood" in più di tre anni :
non è un caso che entrambi gli autori vengano dalla musica leggera, dove si sa che per
fare un disco bisogna sudare mesi e mesi, cercando la giusta ispirazione. Sicuramente è
necessario trovare un compromesso fra le esigenze teatrali e quelle prettamente musicali.
Travaglio: Qual è il ruolo di un musical che hai sempre sognato di interpretare ma non ne
hai ancora avuto l'occasione?
Tosca: Un musical bellissimo che mi piacerebbe interpretare è Passion di Stephen
Sondheim, ma sicuramente in Italia non si potrà mai fare, è troppo duro, troppo pesante
. Poi essendo una buona romana mi piacerebbe fare qualcosa di Garinei e Giovannini. Il mio
sogno era Rugantino, ma è stato fatto da poco, ma anche Aggiungi un posto a tavola mi
piacerebbe molto.
Travaglio: Quant'è stato importante l'apporto delle traduzioni in italiano nella nascita
del musical in Italia ?
Tosca: E' stato fondamentale perché non si può raccontare una storia recitando
in italiano e ad un certo punto iniziare a cantare in inglese, perché:
1 il suono cambia, quindi lo stacco che si produrrebbe farebbe perdere la concentrazione
al pubblico
2 non tutti conoscono l'inglese, quindi a molti le liriche originali risulterebbero
incomprensibili
3 bisogna essere fieri della propria lingua
In ogni caso però la traduzione non può essere lasciata al caso: si dovrebbe
innanzitutto pensare al suono che la lingua inglese produce e tentare il più possibile di
avvicinarvicisi con le liriche italiane girando abilmente le frasi e mantenendo gli stessi
significati in una lingua povera di tronche e di parole mono e bi-sillabiche.
Travaglio: Come vedi questa improvvisa moda per il musical, ci sono le basi per far sì
che possa essere un'esperienza duratura o c'è il rischio che tutto si risolva in una
bolla di sapone ?
Tosca: Solo se si scriveranno nuovi musicals la "moda" potrà durare,
infatti i titoli famosi stanno finendo. I musicals originali vanno però scritti seguendo
la nostra cultura e in questo senso Hollywood è un buon modello, composto con un metodo
chiamato in gergo "pucciniano" utilizzando cioè pochi temi che si intrecciano
continuamente Io feci il provino per il ruolo di Greta Garbo prima di partecipare al
Festival di S. Remo che avrei poi vinto in coppia con Ron, poi è successo quello che è
successo
Travaglio: Cosa ti ha lasciato l'esperienza di Sette Spose ?
Tosca: Adesso che la tournée sta per finire mi lascia un grande magone perché ci
sentiamo tutti come una famiglia che si smembra. E' come l'ultimo giorno di scuola, per
tutto l'anno sbuffi: che pizza! sono stanca! però poi quando finisce ti manca. Mi ha
fatto crescere tantissimo.