JESUS CHRIST SUPERSTAR
autori:Andrew Lloyd Webber/Tim Rice
edizioni:Universal Pictures Video
interpreti: Jerome Pradon (Judas), Glenn Carter (Jesus), Renee Castle (Mary Magdalene)
dove reperirlo: www.dresscircle.co.uk ; www.amazon.co.uk e in alcuni negozi italiani
prezzo: £18.99 (sterline)
Il mio pensiero filosofico iniziale suona più o meno così: siamo tutti bene
o male divisi in due categorie, quelli che apprezzano loriginale e disprezzano le
riedizioni e quelli che invece le adorano. Io faccio parte della seconda categoria e
quando ho ricevuto il pacchettino contenente questo video, giuro che un po di
emozione in me era presente.
Ultimamente Andrew Lloyd Webber (Dio salvi il RE) sta riadattando per home-video alcune
delle sue più belle opere; abbiamo iniziato due anni fa con CATS, lanno scorso
JOSEPH AND THE AMAZING TECHNICOLOR DREAMCOAT e questanno JESUS CHRIST SUPERSTAR.
La storia, spero non ci sia nemmeno bisogno di rammentarla, narra della vita di Gesù
Cristo in età adulta fino alla sua morte in croce.
Questopera Rock penso che sia una delle cose più belle mai uscite dal piano e dalla
penna rispettivamente del signor Lloyd Webber e dal signor Rice e chi ha visto il film sa
di che cosa sto parlando.
Ed è proprio il film il termine di paragone che qualcuno prende come vangelo
non ricordandosi che prima ci fu una versione teatrale di successo.
Purtroppo il tempo passa e riproporre una cosa nella solita maniera è secondo me
deleterio, ed è sicuramente daccordo con me A.L. Webber che in questa nuova
versione del JCS cambia alcuni capisaldi che erano del film e, anche se qualcuno storcerà
il naso, il risultato (sfido chiunque a contraddirmi) è stupefacente.
Innanzitutto Giuda è più che mai bianco, contrariamente al Carl Anderson del film, si
chiama Jerome Pradon ed è bravissimo sia come cantante che come attore; sì perché in
questa produzione come in un film viene riprodotto un set che, seppur allinterno di
un teatro di posa, cerca di assomigliare in varietà al set cinematografico; ci sono
tantissimi primi piani e, se a teatro la scarsa espressività del viso può non essere un
limite, di fronte alla telecamera è tutta unaltra cosa.
La grinta di Jerome in Heaven on their minds è più che mai un biglietto da visita
eccellente per il resto dellopera.
Gesù si chiama Glenn Carter ed anchegli è incredibilmente bravo ed espressivo; si
coglie nel suo volto lodio e lamore, la tristezza e la rabbia
dellabbandono e non ultimo canta da Dio (oops!!??).
Tutto è stato trasposto ai giorni nostri, quindi gli apostoli con t-shirts e tatuaggi
impegnati a fare murales, Giuda con tanto di chiodo da metallaro; Gesù è lunico
che a livello di look non si discosta dalle precedenti produzioni.
Altro personaggio chiave della vicenda è la Maddalena, interpretata da Renee Castle, che
possiede una voce angelica ed una bellezza travolgente. I sacerdoti del tempio, capeggiati
da Caifa e dallo ziofesteriano Hannas (Frederick B Owens e Michael Shaeffer), sono vestiti
con mantelli neri molto lugubri, invece i soldati romani sembrano sgusciati fuori da STAR
WARS e catapultati nel 33 d.c.; tutto ciò da una perfetta sensazione di come si sia
fortemente voluto fare il restyling di questo musical.
Discorso a parte (se me lo permettete) per Pilato (Fred Johanson). Questo attore ha
dellincredibile, possiede una bellissima voce ed in più è un grande attore, un
esempio su tutti; nella scena delle 39 frustate sembra che le ferite vengano inflitte a
lui piuttosto che a Gesù, mitico!!.
Infine un doveroso elogio a tutto il resto del cast che è allaltezza di questa
produzione che per quasi la sua totale interezza è quello in scena a Broadway (per chi
passasse di là).
Detto questo non mi resta che parlare della musica. Rispetto al film è sicuramente più
hard-rock, con chitarre distorte che si sentono ai giorni nostri; per quanto riguarda il
livello assoluto delle composizioni non posso che inchinarmi di fronte ad un capolavoro
musicale pieno di sfaccettature e che al primo ascolto potrebbe sembrare banale ma vi
assicuro non lo è.
Ora spero di aver messo in noi almeno un po di voglia di vedere questo video o
almeno di vedere lo spettacolo in giro per lItalia. Vi assicuro che non ve ne
pentirete.
HEY, MRS. PRODUCER!
autori: Vari
edizoni: Video Collection Int. Ltd.
interpreti: più di 200 artisti
dove reperirlo: www.dresscircle.co.uk/
prezzo: £ 12,99 (sterline)
L'8 Giugno 1998 al Lyceum Theatre
di Londra, alla presenza della Regina Elisabetta e del Principe Consorte, le più grandi
star del panorama teatral-musicale del momento si sono riunite ed esibite in uno
straordinario "galà" per celebrare i 30 anni di attività di uno dei più
attivi produttori della storia del musical, Cameron Mackintosh, dando vita a "Hey Mr
Producer", diventato poi un Cd, un libro e un video. Di quest'ultimo ci occupiamo,
perché ci permette di apprezzare le scene migliori dei più grandi musical della storia
nell'interpretazione dei più famosi performers. Non si tratta infatti semplicemente di un
concerto, ma di un vero e proprio spettacolo-collage, con scene, costumi, cori,
coreografie e in più un'orchestra di cinquanta elementi, la City Of London Philarmonic.
Sono due i grandi autori che hanno collaborato più assiduamente con Cameron, Andrew Lloyd
Webber e Stephen Sondheim, e dai loro shows è tratto il maggior numero di brani. Del
primo vediamo spezzoni di Song and Dance (maiuscola l'interpretazione di "Unexpected
Song" affidata a Bernadette Peters), The Phantom Of The Opera (con uno dei migliori
Phantom, Colm Wilkinson) e Cats (Elaine Paige ha interpretato "Memory").
Dell'estroso liricista e compositore Sondheim sono stati eseguiti brani da Follies (dal
numero "Broadway Baby" è stato tratto il titolo della manifestazione) ,
Company, A Little Night Music (l'indimenticabile "Send In The Clowns" cantata da
Judi Dench).Vediamo anche in una "chicca assoluta" i due autori citati impegnati
in un duetto al piano a quattro mani (Duelling Pianos) che tesse ironicamente le
"lodi" al grande produttore che ha contribuito al loro successo. Concludono
entrambi i cd di cui è composta la registrazione live le più belle arie dei capolavori
di Shomberg e Boublil, Miss Saigon e Les Miserables, veri fiori all'occhiello della
straordinaria carriera di Cameron Mackintosh.