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ORFEO ED EURIDICE Musiche: Gianfranco Salvio Liriche: Nicola Salvio
L’Orfeo ed Euridice è un’opera originale che trae spunto dal mito classico (soprattutto nelle descrizioni di Virgilio e Ovidio), ma poi se ne discosta. E’ una struggente storia d’amore, e come tale funziona ed emoziona; ma il senso vero – l’idea di fondo, appunto – è certamente la metafora sul ruolo dell’arte. E’ l’arte, infatti, che permette agli uomini di trasmettere bellezza e conoscenza. E’ l’arte che prima li rassicura nell’immaginario utopico, e poi li conduce alla catarsi sollevandoli dai pesi delle loro stesse esistenze. Ma, soprattutto, solo l’arte eleva gli uomini sino agli dei, perché li rende immortali, in quanto tramanda la loro essenza in eterno. SINOSSI PRIMO ATTO Canzone 1: Ouverture Canzone 2: La Signora del tempo Il sipario si apre sulla Morte, che racconta come, in tutta la storia dell’umanità, solo un uomo è riuscito ad entrare nel suo regno ed arrivare fino a lei, potendo poi andarsene via vivo; quest’uomo è stato Orfeo. Canzone 3: Sono il bianco, sono il nero La vicenda inizia con Orfeo che si presenta al pubblico: lui è il Poeta, l’uomo che – grazie all’arte della parola - può esprimere tutte le sfumature proprie del genere umano. Recitato 1 La vicenda si sposta sull’Olimpo, dove gli dei Plutone, Apollo e Afrodite esprimono il proprio timore nei confronti di Orfeo, che con la sua arte riesce a smuovere gli uomini, fino a farli emancipare intellettualmente a tal punto da farli arrivare agli stessi Dei. Canzone 4: Immaginare Orfeo insegna agli uomini la sua visione utopica (e reazionaria) del mondo, da lui immaginato senza guerre, rispettoso della Natura, e privo di sopraffazioni dei più forti nei confronti dei più deboli. Canzone 5: Quando ti penso Entra in scena Euridice, bellissima ninfa legata sentimentalmente ad Orfeo, che racconta a lui (e agli spettatori) quanto sia forte l’ammirazione e l’amore che prova nei suoi confronti. Canzone 6: Infinitamente tanto Orfeo ed Euridice continuano a dirsi il loro amore. Canzone 7: Se lui canta Il giorno, la notte e tutta la Natura fanno festa sulla scia delle parole e del canto di Orfeo. Recitato 2 Gli Dei capiscono che il carisma di Orfeo è troppo forte su tutti gli altri uomini, perciò tramano un piano per fermarlo: decidono quindi di colpirlo dove possono fargli più male, portandogli via la donna che ama. Per fare questo, vogliono sfruttare a loro favore il fatto che Aristeo - uomo dall’aspetto mostruoso e dalla mente labile, ma dotato di una forza straordinaria - sia perdutamente innamorato di Euridice. Canzone 8: L’altra faccia della luna Aristeo si presenta: il suo aspetto e la sua forza ne fanno di fatto un rinnegato dagli altri uomini, tanto che lui vive in solitudine e paragona la sua esistenza alle forze distruttive (e temute) della Natura. Recitato 3 Gli Dei scelgono dunque di incontrare Aristeo: iniziano a lusingare la sua forza, ma è soprattutto Afrodite che lo convince del fatto che l’animo femminile non può resistere a un uomo così, che quindi è la prestanza in un uomo e non la sua sensibilità ad attrarre davvero una donna. Canzone 9: Mia Aristeo cerca Euridice e la trova sola, intenta a specchiarsi in uno specchio d’acqua. Più la guarda, più la desidera. Recitato 4 Aristeo si mostra a Euridice, e cerca di convincerla che è lui l’uomo che – nei meandri del suo cuore – vuole amare, mentre lei gli ricorda ripetutamente che è legata ad Orfeo e solo di lui innamorata. Canzone 10: Vieni con me Aristeo continua a insistere nelle sue intenzioni, e diventa sempre più molesto nei confronti di una Euridice sempre più spaventata; la scena culmina nella violenza carnale. Recitato 5 Euridice è a terra, sconvolta per la violenza subita. In un monologo struggente, esprime tutto il suo dolore, per la donna che era e non potrà essere mai più. Lei teme che Orfeo, una volta saputo dello stupro, non possa più guardarla con gli stessi occhi. Canzone 11: Insegnami una preghiera Euridice si convince del fatto che d’ora in poi Orfeo non potrà più amarla come prima, pertanto decide di togliersi la vita gettandosi da una rupe. Canzone 12: Ora cosa farò Orfeo entra in scena proprio un attimo dopo che Euridice si è suicidata, quindi troppo tardi per poter intervenire. Piange, chiedendosi se mai potrebbe vivere senza di lei. Canzone 13: Io ti troverò Sul corpo della sua amata morta, Orfeo giura che sfiderà ogni legge naturale, scendendo fino agli inferi e per convincere la Morte stessa a ridargliela viva. A questo punto finisce il primo atto. Canzone 14: E’ ora che più mi manchi Orfeo sulla tomba di Euridice esprime tutto il suo sentimento di amore e di nostalgia per la sua amata che non c’è più. La canzone culmina con le grida di dolore di Orfeo che diventano un canto pieno di emozione. Canzone 15: Ora cosa farò Questo è il momento in cui Aristeo solo, in disparte, si pente per ciò che ha fatto ad Euridice, incolpando la sua stessa stupidità e la sua forza incontrollabile, tormentato dal profumo di lei e dalle sue grida che non riesce più a togliersi dalla testa. Canzone 16: Ancora io vorrei Su due punti separati del palco, Orfeo ed Aristeo cantano in parallelo, senza vedersi o sentirsi, ma condividendo la nostalgia e la mancanza di Euridice. Orfeo l’avrebbe voluta amare per la vita intera, Aristeo sarebbe voluto essere amato almeno per una volta sola, ma entrambi l’hanno persa per sempre. SECONDO ATTO Recitato 6 La scena si apre con Orfeo che raggiunge gli Inferi e intravede la Morte. Attraversa una grotta seguendo delle luci in lontananza e sentendo terribili voci e lamenti. Canzone 17: Prima o poi La Morte si presenta nuovamente agli spettatori mentre si rivolge ai demoni attorno a lei. Intanto Orfeo, che la spia di nascosto, si rende conto di chi ha di fronte. : Canzone 18: Io sono un uomo Orfeo si svela alla Morte, si presenta a lei e le chiede – implorandola - di ridargli Euridice. Canzone 19: Il sapor del pianto La Morte – per la prima volta nella sua esistenza – di fronte a un canto talmente straordinario sulle prime tentenna, ma poi dice ad Orfeo che lei non potrebbe fare una cosa del genere neanche se volesse: solo Plutone è in grado di ridare la vita a chi l’ha persa. Canzone 20: Il Regno dei Morti Orfeo assiste inorridito e spaventatissimo ad una parata di anime indemoniate che cercano di afferrarlo, e alla fine arriva al cospetto di Plutone. Il Dio degli Inferi si dimostra commosso dal canto di Orfeo e gli dà il permesso di cercare Euridice. Orfeo potrà portarla via dagli Inferi solo se – sulla via del ritorno – non la guarderà negli occhi, altrimenti la perderà per sempre. Orfeo, ovviamente, accetta queste condizioni. Recitato 7 Orfeo prosegue nei meandri degli Inferi e finalmente – tra le ombre – riconosce la sua Euridice. A questo punto, memore delle disposizioni dettate da Plutone, evitando accuratamente di guardarla in volto, si fa riconoscere, la prende per mano e le chiede di seguirla senza fare domande. Canzone 21: Seguimi Euridice non si sente per nulla rassicurata dall’atteggiamento schivo di Orfeo: pensa infatti che lui non riesca a guardarla in faccia per il peso della sua vergogna, e che sia lì non più per amore, ma solo per pietà. Si rifiuta quindi di proseguire, a meno che lui non la guardi negli occhi, dicendogli chiaramente che piuttosto che vivere senza il suo amore, preferisce rimanere tra i morti per sempre. Canzone 22: Euridice Guardami Alla fine Orfeo non può fare altro che guardarla negli occhi, per dirle per l’ultima volta l’amore che prova per lei. Ma è un’emozione che dura un attimo, perché i due amanti non faranno in tempo nemmeno ad abbracciarsi Canzone 23: Prendi le mie mani Immediatamente la Morte ordina ai demoni di riportare definitivamente Euridice nelle profondità del suo regno, mentre Orfeo tenta invano di strappare Euridice dalla loro presa. Canzone 24: Fermati morte! Orfeo chiede disperatamente alla Morte di fermarsi, ma ormai le anime degli inferi dilaniano i corpo di Euridice facendola sparire negli abissi oscuri Canzone 25: Dove ora sei Orfeo è ora fuori dagli inferi, ma è solo. Non ha potuto strappare la sua Euridice alla Morte, ma capisce che ha dentro di sé il potere di renderla comunque immortale, di renderla per sempre oggetto della sua arte e del suo canto, e farla rivivere ogni volta grazie alla forza del ricordo. Con questo suo canto, in un gran crescendo emozionale, si conclude il Musical. |
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