FELINE EMOZIONI
Ha finalmente debuttato al Sistina di Roma, dopo alcune
anteprime in tutta Italia – che hanno avuto enorme successo
– la versione italiana di uno dei capolavori di Andrew Lloyd
Webber, Cats!
Un allestimento completamente originale, a partire dalle
scene di Gabriele Moreschi: l’ambientazione principale resta
una discarica, dove i gatti Jellicle si ritrovano una volta
l’anno per festeggiare il momento della scelta del gatto che
vivrà una nuova vita, guadagnandosi il passaggio nel “Dolce
Aldilà”. Molti momenti dello spettacolo restano impressi a
livello scenografico; ne ricordiamo alcuni: l’entrata in
scena di Sghemboexpress, il gatto delle ferrovie, che si
accompagna a un enorme carrello da supermercato, all’interno
del quale volteggia insieme a tutti gli altri gatti; le
ombre cinesi che raccontano la storia del pirata Gattigre; i
fantasmagorici numeri di Mr. Mistofeles, apparizioni e
sparizioni comprese.
Originali e innovative anche le coreografie di Daniel
Ezralow, anche regista associato; e il commento, a questo
punto, si allarga alla superba regia di Saverio Marconi,
che, se possibile, ha reso questo spettacolo più “corale” di
“A Chorus Line”. Lo spettatore guarda estasiato i gatti
Jellicle sul palcoscenico e ci sono dei momenti in cui si
avverte proprio il senso del gruppo, della totalità di un
lavoro o, se vogliamo, degli aspetti emotivi o
comportamentali che rendono i gatti simili agli uomini, ma
soprattutto l’umano più simile al felino, che e poi
l’aspetto sul quale si sono maggiormente concentrati il
lavoro registico di Marconi e quello coreografico di
Ezralow.
Sui costumi di Francesco Martini Coveri e le maschere di
Zaira De Vincentiis non si possono aggiungere parole: vanno
ammirati sul palcoscenico dallo spettatore, poiché viverli è
un esperienza riservata al cast, ma è facile immaginare i
commenti…perché di fronte abbiamo davvero dei gatti, dalla
punta del mignolo alla base del collo!
L’orchestra dal vivo, diretta dal M° Vincenzo La Torre, dal
primo istante ci introduce nel mondo dei gatti Jellicle e,
come dovrebbe succedere sempre, fa da motore principale nel
suscitare l’emozione della platea.
Un cast talmente eccezionale merita di essere ricordato al
completo: Azzurra Adinolfi, Federica Baldi, Gianluca Ciatti,
Roberto Colombo, Simone De Rose, Tiziano Edini, Stefania
Fratepietro, Silvana Isolani, Alessandro Lanzillotti,
Roberta Miolla, Fabio Monti, Alessandro Neri, Massimiliano
Pironti (fresco vincitore del Premio Nazionale “Massimini”),
Maria Silvia Roli, Andrea Rossi, Laura Safina, Loredana
Sartori, Chiara Vecchi, Andrea Verzicco, Giuseppe Verzicco,
Chiara Vinci.
Teniamo per ultima Giulia Ottonello nel ruolo di Grisabella,
se non altro per la grande responsabilità
dell’interpretazione del brano più celebre di questo
spettacolo, la struggente “Memory”. L’anteprima a cui questa
recensione fa riferimento ha visto il pubblico tributare
all’interprete una calorosa standing ovation. La versione
italiana del musical – e di questo brano in particolare –
non ha deluso le aspettative. Franco Travaglio, autore delle
liriche italiane (coadiuvato nella traduzione da Michele
Renzullo e dallo stesso Marconi), è riuscito con arguzia a
infarcire lo spettacolo di numerosi riferimenti alla cultura
e alla contemporaneità nostrana, citando Gassman, Strehler e
Fo, e riuscendo perfino a sdrammatizzare, con la musica e il
canto, lo spiacevole incendio del Teatro Vaccaj di
Tolentino, sede storica della Rancia.
Uno spettacolo da vedere e rivedere…anche più di 7 volte!
Roberto Mazzone
LA SCOMMESSA DEI GATTI
ITALIANI
Udine, 15 ottobre 2009 -
Avviso ai naviganti: scordatevi la versione originale. E’
quanto si augura anche lo stesso Saverio Marconi, incontrato
dopo un’anteprima del suo nuovo Cats, al Teatro Nuovo
Giovanni da Udine, la città friulana tra le prime ad
ospitare l’allestimento rinnovato di uno dei musical più
famosi e visti al mondo.
“Abbiamo voluto ripartire da zero: via i costumi e le
coreografie, entrambi datatissimi e legati irrimediabilmente
al periodo in cui sono state ideate, i primi anni Ottanta.
Ci siamo riletti l’Old Possum Book of Practical Cats di
Thomas Eliot, per scoprire cose nuove e ritrovare un più di
umanità nei gatti e un po’ più di felinità negli umani.”
Marconi va giustamente fiero della sua creatura, che magari
un po’ troppo entusiasticamente definisce come “l’unica
possibile lettura” del capolavoro lloyd-webberiano; il
vostro recensore un po’ meno. E vediamo perché.
Certo, bisogna dare atto a Marconi e Daniel Ezralow di aver
avuto il coraggio di fare tabula rasa dei due aspetti che
maggiormente hanno contribuito a rendere Cats il musical che
è stato in questi 28 anni, e cioè le coreografie
squisitamente “feline” ideate da Gyllian Line, e i costumi
che per tre decenni hanno identificato i gatti più famosi
del teatro musicale. Il risultato, ahimè, è francamente
deludente. Nonostante i performer non stiano fermi un
attimo, in realtà ho avuto l’impressione che le coreografie
non andassero al di là di alzate di spalle, sculettamenti, e
sgambettar di mani; e i costumi (della Maison Coveri)
sembrano più che altro tute e pigiami. Purtroppo anche il
trucco semi-fisso non aiuta l’espressività facciale che
ricordiamo dell’edizione originale.
Ma sono tanti gli aspetti positivi. A cominciare da alcune
belle trovate registiche (e ora che è passata la prima
nazionale al Sistina, si possono svelare): gli occhi
luminosi che si accendono e danzano nel buio dell’ouverture
– chiara citazione del DVD ufficiale; i grandi rotoli di
lana sui quali balla e rotola Jennytuttapois; il copertone
di Mungojerrie e Zampalesta; il rapimento di Deuteronomio;
il grande carrello della spesa che diventa il treno di
Sghemboexpress; la battaglia volante tra Macavity e
Munkostrap; Deuteronomio che, all’inizio del secondo atto,
legge il libro di Eliot; e, soprattutto, lo squisito
siparietto in perfetto stile “teatro nel teatro” di Gus, un
capolavoro di ironia, nostalgia ed effetti speciali. Meno
riuscita e povera di pathos l’ascesa di Grisabella verso la
sua nuova vita, accompagnata da Deuteronomio a bordo di una
tazza volante, nonostante la bella trovata del grande
lenzuolo azzurro che improvvisamente, come una gigantesca e
soffice nuvola, avvolge tutto; e la lunga sequenza del Ballo
Jellicle, risolta come se fosse una sorta di rito orientale
con tanto di lunghe ed estranianti tuniche nere.
La nuova scenografia non rinuncia alla pallida luna nel
cielo, ma stavolta riproduce una discarica (di nuovo a
“misura di gatto”) dietro al luna park di Coney Island, a
New York, del quale si indovinano in un suggestivo effetto
prospettico le grandi Montagne Russe. Incombe una grande
rete metallica, che per tutta la durata dello show sarà
presa di mira ed esplorata e scavalcata in lungo e in largo
dai performer felini.
L’adattamento in italiano: la vera scommessa dell’operazione
era questa. A mio parere, si è riuscito egregiamente nella
titanica impresa di rendere comprensibili e scorrevoli i
testi di Eliot, concedendosi le giuste citazioni italiche,
regalandoci momenti di pura poesia e italianizzando, in
parte, anche i nomi dei gatti.
Il cast messo in piedi per il musical è davvero di ottimo
livello; a me sono piaciuti particolarmente Deuteronomio
(Alessandro Neri), Mangojerry (Massimiliano Pironti) e
Zampalesta (Maria Silvia Roli), Demetra (Chiara Vecchi) e
Bombalaurina (Azzurra Adinolfi) e la Grisabella di Giulia
Ottonello, che affronta la notevole estensione vocale di
Memory con disinvolta sicurezza. I cori sono precisi e
potenti.
Finalmente la grande orchestra dal vivo rende giustizia del
complesso e variegato spartito lloydwebberiano, regalando
quel tocco in più che solo l’esecuzione live è in grado di
dare ad un musical fatto come si deve. E non è un caso che
l’applauso più lungo e fragoroso, il pubblico del Teatro
Nuovo – che comunque ha gradito lo spettacolo - l’abbia
tributato proprio ai musicisti che uno alla volta hanno
sfilato sul palco.
Francesco Moretti
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