I CETRA SONO TORNATI, E SONO IN CINQUE!

 

Trieste, 15 aprile 2009 - Sapevo di andare sul sicuro: la fama degli Oblivion, rimbalzando tra blog, youtube e forum, era ovviamente giunta anche fino a me. Ma vedere dal vivo questi cinque ragazzoni (che ricordiamo essere, in rigoroso ordine alfabetico: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli), eternamente fanciulli nell'animo, impegnati con le prodezze musicali e linguistiche di parodie, citazioni e canzoni dei tempi che furono, è davvero tutta un'altra cosa.
Il pubblico che ha letteralmente gremito la troppo piccola Sala Bartoli, al Politeama Rossetti di Trieste (appena 100 posti: e tanta gente, in fila da ore, ha dovuto rinunciare!), ha confermato una volta di più che la qualità e la professionalità non è cosa da improvvisare, e che oltre al talento - qui davvero innegabile - ci vuole tanto affiatamento, tanto lavoro e tanta voglia... di prendersi un po' in giro.
Perché questi cinque ragazzi-quasi-adulti (tutti provenienti da quella scuola sforna-talenti che è la BSMT di Bologna), in un'ora e mezza di spettacolo senza pause, hanno proposto, donando ad esse una nuova chiave di lettura, i grandi classici che hanno fatto la fortuna e il successo del Quartetto Cetra. Esatto, proprio il Quartetto Cetra, quello della tv in bianco e nero, della Biblioteca di Studio Uno, della "Vecchia fattoria" e di "Un palco alla Scala". Il fatto di essere in cinque, ecco... non si nota: anzi, amplifica le gag e il divertimento.
In un susseguirsi senza tregua di accordi "vintage", di scenette esilaranti (deliziose quelle al telefono de "La più bella sei tu"), e di canzoni memorabili e senza tempo, gli Oblivion hanno dato il meglio di loro nell'esilarante parodia dell'Otello, in un frullato che ha mescolato Verdi, Webber, Lunapop e compagnia.
Bis d'obbligo, con un'altra parodia, quella dei Promessi Sposi in 10 minuti che ha letteralmente mandato in visibilio la platea.
Dello spettacolo e degli Oblivion ne abbiamo parlato dopo lo spettacolo con il giovane Fabio Vagnarelli, l’ultimo arrivato nel gruppo.
“Gli Oblivion esistono già da parecchio tempo”, racconta Fabio. “Il loro primo lavoro è stato Ho rubato un motivo, poi quello sui Cetra e altri spettacoli; io sono arrivato nel 2007, dopo il diploma alla BSMT, debuttando in Di Palo in Sesto, che dopo una lunga gestazione ha debuttato lo scorso autunno a Bologna, e di cui è uscito appunto il DVD dopo aver rodato alcuni video su internet.”

Ma da dove vengono tutte queste intuizioni e gag?
“Vengono soprattutto a Lorenzo e Davide, che sono i  nostri autori; Lorenzo cura la parte musicale, Davide i testi. Tutto il resto arriva… provando e stando insieme, perché c’è una buona armonia nel gruppo e il divertimento si traduce in quello che si vede sul palco.”

E il Quartetto Cetra?
“E’ una scelta… vintage, come si direbbe adesso. Prima dibattevamo sulla differenza tra uno spettacolo che può essere vecchio e uno spettacolo che può essere vintage. Questo è sicuramente uno spettacolo vintage, con un’apertura al moderno, perché c’è il discorso delle parodie che si rifà comunque al discorso dei Cetra, che ai tempi di Studio Uno facevano le parodie con le musiche dell’epoca; noi lo abbiamo attualizzato, con Otello e i Promessi Sposi, riportando il loro modo giocoso di guardare alla realtà, prendendo spunto dai grandi classici ma con le musiche dei nostri tempi.”

Poi c’è stato questo arrembaggio verso il grande pubblico con X Factor, che però non ha funzionato…
“E già, non ha funzionato… probabilmente eravamo troppo avanti!” Fabio sorride divertito. “Sicuramente era un contesto molto pop, lontano da quello che siamo noi, però abbiamo comunque fatto sentire la nostra voce!”

La prossima stagione teatrale si preannuncia davvero molto importante: voi come la vedete?
“Provenendo tutti e cinque dal musical… la vediamo con molta speranza! La Stage Entertainment con La bella e la Bestia, la Compagnia della Rancia con Cats, poi We Will Rock You; sembra quasi che l’Italia voglia seguire il filone europeo, dove ci sono varie produzioni di musical, sia inediti che di tradizione, e magari è la volta buona che si riesca a trovare consenso nel grande pubblico, puntando soprattutto alla qualità. Noi veniamo da un discorso di formazione nel musical, studiando canto, recitazione e danza; adesso vediamo che c’è un grande fiorire di discipline, di scuole e un’idea di studio organico, come un tempo non c’era in Italia; e quindi crescerà anche la qualità.”
E lo spettacolo continua: altre date su www.oblivion.it

Francesco Moretti