Trieste, 20 novembre - "Questo è il momento / l'attimo in
cui / ogni mio dubbio / ogni domanda svanirà...".
E’ proprio bella la versione in italiano di Jekyll &
Hyde nell'allestimento del Teatro Stabile d'Abruzzo
e Teatro Musica Mamò, vista il 20 novembre al Politeama
Rossetti di Trieste. Bello soprattutto l'adattamento nella
nostra lingua, il motivo principale che mi incuriosiva di
questo musical che finora conoscevo solo nelle varie
versioni inglesi e tedesca (a Vienna, in particolare, ha
consacrato definitivamente il talento di Thomas Borchert,
che proprio a Trieste la scorsa primavera, ha offerto una
memorabile interpretazione di Momento, la versione
italiana di Franco Travaglio di This is the moment).
Scommessa vinta, senza dubbio: la traduzione è molto fedele,
alcuni passaggi sono resi splendidamente (due canzoni fra
tutte: Facade e in In his eyes), in altri
momenti la metrica è spinta un po' forzatamente nella musica
e le rime originali non vengono rispettate, ma sono errori
perdonabili.
Nell'esigente doppio ruolo del titolo, Giò di Tonno
offre una applauditissima prova canora e d'attore (ma per
chi l'ha visto in Notre Dame, nei panni di Quasimodo,
noterà una certa somiglianza nell'andatura "gobbosa" di Hyde...);
molto belle le voci delle due protagoniste femminili, Emma
di Ilaria Deangelis (anche se quando passa nel
registro lirico sembra indebolirsi un po') e soprattutto
Lucy di Simona Molinari.
Quello che più colpisce è però la precisione e l'impasto
vocale delle numerose scene corali (il coro, o meglio
l'opinione popolare è l'altro grande protagonista dello
spettacolo).
Dispiacciono due cose. Primo: la relativa "povertà" della
scenografia. Se i costumi sono ricchi e rendono alla
perfezione l'ambientazione vittoriana, le scene lasciano un
po' a desiderare; il laboratorio di Jekyll sembra la
versione ingrandita del piccolo chimico.
Secondo: le basi musicali. Sembrava andassero un po' al
ralenti rispetto le altre versioni già conosciute (ma forse
è solo un’impressione), e che fossero meno "sontuose";
diciamo quasi "da camera".
L'impressione generale è che se ci fossero molti più soldi
in gioco, l'allestimento - con una bella orchestra dal vivo
- avrebbe tutte le carte in regola per essere davvero un
musical coi fiocchi, sicuramente la strada giusta per far
conoscere i grandi classici contemporanei anche in Italia.
Io me lo auguro, perché questa produzione se lo merita.
Francesco Moretti
francesco.moretti@gmail.com