LA TRAVOLGENTE RIVOLUZIONE DI LES MISERABLES
Dopo averlo visto tante e tante volte a Londra, New York e in giro per il mondo interpretato da cast impareggiabili, dopo aver vissuto live l'indimenticabile venticinquennale alla O2 Arena, dopo aver gustato una sensazionale 'school edition' di Gianni Marras la scorsa estate a Bologna, pensavamo che Les Miserables avesse esaurito la sua capacità di sorprenderci. Invece eccoci qui, al cinema, a provare ancora una volta i birividi della prima volta. Les Miz al cinema è più di un musical, più di un film, più di un evento. È un'esperienza di emozione pura.
E i 3 Golden Globe già conquistati come le 8 nomination agli Oscar fanno prevedere un meritatissimo successo mondiale.
Si parte con Valjean forzato che si carica sulle sue spalle l'albero di una nave su cui è issata la bandiera francese, simbolo di tutti gli ultimi ingiustamente caricati delle colpe di una Nazione. La camera segue le sue vicissitudini: liberato su parola dal poliziotto Javert e scacciato da tutti, viene salvato dal Cardinale di Digne (il grandissimo Colm Wilkinson, creatore di Jean Valjean a teatro, a cui il regista regala anche una toccante e quasi divina apparizione alla fine del film) e dopo la tormentata 'What Have I Done' un'inquadratura a volo di uccello sfonda la prospettiva su una pittoresca abbazia. È l'inizio ufficiale del film. Passa del tempo, Valjean è ora sindaco e imprenditore, e 'At the end of the day' sposta il focus su Fantine (una struggente Anne Hathaway) e la sua discesa agli inferi dal licenziamento alla prostituzione alla morte. La sua interpretazione è sconvolgente per bravura, verità, commozione (ci si dimentica che 'I Dreamed a Dream' è una delle canzoni più ascoltate e inflazionate della storia del musical e i brividi non finiscono mai) e la fotografia di Danny Cohen ('Il discorso del Re', 'I Love Radio Rock') ci trasporta in un bordello pittorico visivamente suggestivo ed emotivamente claustrofobico, ma tutto il film sembra un grande dipinto animato disegnato con gusto e perfetta aderenza storica e narrativa. Ecco che incontriamo la piccola Cosette (Isabelle Allen, praticamente perfetta) e i due osti canaglia Thenardier. Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen sono bravi attori cantanti ma non sono i più convincenti del cast, a teatro abbiamo visto coppie più affiatate e con tempi comici più irresistibili (si rimpiange il Thenardier di Matt Lucas, che ci sembra di aver visto in un cameo tra i suoi scagnozzi) anche perché a mio parere servirebbe un fisique du role più buffo.
Javert bracca Valjean fino alla capitale e il film vive un altro inizio: dai toni cupi della prima parte passiamo ai colori vivi di una Parigi in sommossa colma di diseredati e governata dagli 'scugnizzi' alla Gavroche (Daniel Huttlestone, come spesso accade il più bravo in assoluto di tutto il cast). Gli studenti cercano di spingere la popolazione alla rivolta (Aaron Tveit è Enjolras, uno dei più in parte) ma Marius (l'ottimo Eddie Redmayne, che regala a un personaggio la personalità che non aveva mai avuto senza tradire la sua freschezza) cercando la rivoluzione trova l'amore. Quando questo amore si chiama Amanda Seyfried il cuore batte anche allo spettatore e quando i due iniziano a cantare i duetti d'amore (nonostante a mio parere siano i brani meno riusciti del musical) il cuore batte ancora più forte. Se poi si trasformano in terzetti e inseriamo anche l'interpretazione della bellissima Samantha Barks (Eponine) si rischia l'infarto. Per Eponine e la sua 'On My Own' vale lo stesso discorso di 'I Dreamed a Dream', e la pioggia che accompagna il personaggio fino alla dolente 'A Little Fall Of Rain' la rende ancora più bella mentre tra le pozzanghere parigine canta il suo amore sfortunato e ci travolge.
Il film è un capolavoro. Il suo maggior merito è l'aver saputo trasferire al grande schermo il musical meno cinematografico mai scritto (la sceneggiatura, oltre che degli autori del musical Alain Boublil, Herbert Kretzmer, Claude-Michel Schonberg è di William Nicholson) senza rinunciare a nessuna delle scene più famose e amate (arricchite e a volte riscritte ma mai stravolte nelle nuove orchestrazioni di Anne Dudley e Stephen Metcalfe) spostando le arie più belle in momenti ancora più efficaci ed emozionanti ('Do You Hear The People Sing' al funerale di Lamarque ha ancora più senso) e radunando un cast impareggiabile ma mai divistico. Hugh Jackman si imbruttisce e segue la parabola del ruolo dei ruoli annullandosi completamente in esso. Dà il meglio nei duetti con Fantine e Cosette bimba e delude "solo" con un 'Bring Him Home' non troppo all'altezza dei precedenti, per scelte vocali non troppo azzeccate. Ma è da oscar la sua 'Suddenly', scritta apposta per il film e dedicata allo stupore di un uomo che si ritrova improvvisamente a fare da padre a una piccola sconosciuta. Per il resto tiene le fila del film e recita con la voce, gli occhi, il corpo, sfoggiando un'espressività misurata e sempre efficace. Un gradino sotto il Javert di Russel Crowe. Più che di tecnica vocale il suo è un problema attoriale: sembra spaesato e fin troppo rigido nel padroneggiare il canto come mezzo espressivo, tanto che dà l'impressione di "cantare" più degli altri. Però la sua 'Stars' è riuscita, anche grazie all'idea registica di fargliela cantare in bilico su un tetto, presagio della sua fine.
Questo è uno dei meriti maggiori della regia del premio Oscar Tom Hooper: l'aver diretto un capolavoro in punta dei piedi, piegando l'andamento narrativo alle esigenze cinematografiche e per il resto mettendo la macchina da presa al servizio della musica e degli attori. Non ha avuto paura di inflazionare i primi piani, né ha voluto stravolgere la teatralità per renderla banalmente cinematografica né il cinema per renderlo teatrale, ma ha saputo alternare i due registri e accompagnare con semplicità lo spettatore lungo la storia. Geniale e rivoluzionaria la scelta di registrare il cantato in presa diretta e farne lo spunto per le orchestrazioni: tutto ha il sapore della verità e non c'è nulla di artificiale. Forse gli amanti del bel canto a tutti i costi storceranno il naso per certe soluzioni volutamente sporche, ansimanti, singhiozzanti, sfiatate, deformate dall'allegria come dal pianto, ma il musical è recitazione, non è estetica della nota perfetta né sfoggio di virtuosismi canori, è emozione, emozione che si fa musica. Come succede in questo inimitabile e imperdibile capolavoro.
Franco Travaglio
Les Misérables
il nuovo film del regista Premio Oscar® de "Il Discorso del Re" Tom Hooper
in uscita al cinema Giovedì 31 Gennaio 2013
con
Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Eddie Redmayne, Samantha Barks, Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen.
Diretto dal regista Premio Oscar® de "Il Discorso del Re", Tom Hooper, per una produzione Working Title/Cameron Mackintosh, Les Misérables ha come protagonisti indiscussi Hugh Jackman e la candidata all'Oscar® Anne Hathaway ("Rachel sta per sposarsi"), affiancati dal Premio Oscar® Russell Crowe ("Il Gladiatore"), Amanda Seyfried, Eddie Redmayne, Aaron Tveit, Samantha Barks, la candidata all'Oscar® Helena Bonham Carter ("Le ali dell'amore" e "Il discorso del Re") e il candidato all'Oscar® Sacha Baron Cohen ("Borat").
Ambientato nella Francia del XIX Secolo, "Les Misérables" racconta un'affascinante storia di sogni infranti e amore non corrisposto, sacrifici e riscatto — una dimostrazione senza tempo della sopravvivenza dello spirito umano. Jackman è l'ex detenuto Jean Valjean, ricercato da decenni dallo spietato poliziotto Javert (Crowe) per aver violato la libertà condizionata. Quando Valjean deciderà di prendersi cura di Cosette (Seyfried), giovane figlia dell'operaia Fantine (Hathaway), le loro vite cambieranno per sempre.
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