C'EST COMME L'ARC-EN-CIEL, MON AMI

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Al ritorno forse da una scontatissima e carissima Parigi, vi racconto le mie impressioni sul musical di richiamo parigino "Le Petit Prince". Del resto a Parigi (che non è Londra) oltre a questo c'è ben poco, anzi quasi niente se non "Emilie Jolie" ed i soli manifesti di "Les Dix Commandements", mentre di "Autant en Emport le Vent" (Via col vento) per ora nemmeno una traccia... vorrei fare anche una piccola premessa sul teatro del 'Casino de Paris' (dietro l'Opera e vicino alla Gare de San Lazzare), forse era più adatto alle origini datate della propria costruzione cioè al Cafè Chantant. Infatti nelle gallerie laterali le poltrone sono rivolte verso la platea (faunteuil d'orchestre) e non nella direzione del palco, quindi consiglio, per chi pensa di capitarci, di procurarsi un biglietto di platea.
Si può consultare anche: www.casinodeparis.fr  

Lo spettacolo.
Cocciante ha totalmente cambiato registro, "le P.P." è giocato tutto su dolcissime e languide atmosfere, musicali, narrative e sceniche. Non ci sono 'scossoni', nè colpi di scena, nè acrobazie, nè grandiosi impianti scenografici, nè strabilianti effetti coreografici. Tutto scorre con morbida leggerezza e con fluida sapienza narrativa ricalcando fedelmente il testo, e forse ancora di più, direi che è la materializzazione musicale della poetica di Antoine de Saint-Exupéry. Il testo è famosissimo, oltre che nei paesi di lingua francofona anche in tutto il resto del mondo, chi non ha letto o non lo ha fatto leggere ai propri figli? Del resto è anche un testo educativo e pieno di profondi e terreni significati, raccontati con estrema semplicità, la semplicità appunto consona ai bambini, che nel loro mondo vedono le cose con un'altra ottica, quella pura ed onesta, dettata dal cuore. Ai 'grandi' aridi di cuore, non farebbe male una rilettura. Così la storia è quasi 'sussurrata', segue le tracce del testo e parte come il libro, con una dedica all'amico Leone Werth, 'quando era un bambino', ma si estende immediatamente a tutti i bambini del mondo, e soprattutto a quelli che sono 'sepolti' dentro di noi oramai adulti. Suggestiva appare quindi la prima scena, quando l'aviatore narratore rivolgendo agli uomini-bambini del mondo la "Dédicace", per effetto di giochi di luce lentamente si dissolve e al suo posto appare su di una grande parete a specchio il pubblico della sala 'specchiato', una soluzione semplice ma di grande effetto. Effetti di 'luce' che saranno una caratteristica dello spettacolo, la luce ed il colore non fanno 'rumore' e scatenano egualmente emozioni. Le intenzioni dell'autore, della storia, del musical sono queste, far riflettere sulle azioni dell'uomo, ed appaiono evidenti fin dal primo episodio del boa e del cappello "C'est un chapeau!", per farci capire che certe 'verità' sarebbe meglio leggerle con gli occhi di un bambino.

Nella prima scena l'aviatore, precipitato in pieno deserto con il proprio aereo, viene avvicinato dal bambino 'viaggiatore', proveniente da un piccolo asteroide il B 612, e i due si trovano così a contatto in un mondo essenziale tra cielo e terra (il deserto), e nell'immensa solitudine del luogo i due iniziano a conoscersi "Droit Devant Soi", "Les grandes personnes sont comme ça", "Les baobabs", per arrivare, aiutati da un flashback che durerà fino alla metà del secondo atto al racconto del principe e della sua rosa "Près d'elle", rosa che interpreta subito dopo una stupenda canzone "Adieu (et tâche d'être heurex)". Assistiamo così al suo vagare nell'universo prima di raggiungere la terra. Il piccolo principe, racconta i suoi incontri con vari personaggi: le Roi "Je t'ordonne", le Vaniteux "Moi, Je", le Beuveur "Je bois pour oublier", le businessman "Je suis un homme sérieux", l'Allumeur des réverbères "C'est la consigne", le Géographe "Je prends note". "La Terre" che chiude il primo atto, è un altro bel pezzo di teatro musicale interpretato magistralmente da Daniel Levoie. Il secondo atto si apre con "Ephémerès" cantata da Daniel Levoie su quanto il nostro esistere sia appunto 'effimero' e proprio sul finale del brano assistiamo all'arrivo sulla terra del Piccolo Principe che fa così il suo primo incontro con un serpente (un'abile e brava contorsionista), e con una volpe con la quale si trova a cantare due tra le più belle, intense e significative canzoni "Apprivoise-moi" e "Puisque c'est ma rose".
Tutti i complessi costumi sono magnificamente realizzati. Complessi perché non si tratta solo di un semplice abito ma di una struttura, una piccola scenografia mobile, in cui sono inseriti i protagonisti che volteggiano sospesi nello spazio sopra il palco. Soluzioni apparentemente semplici, queste ed altre, ma di grande effetto, come lo smaterializzarsi del bambino sotto il proprio mantello, o vederlo volare via in una nuvola di fumo.

Ma la straordinarietà dello spettacolo consiste soprattutto nelle luci, gli effetti sono davvero strabilianti. Le 'lumieres', ti lasciano senza fiato, personalmente non ho mai visto niente di simile nemmeno nel west end. Le proiezioni che si susseguono riescono a trasportarti nel mondo del sogno oleografico tridimensionale, ricreano le scene come immagini virtuali di un sofisticatissimo pc, che bene interpretano il sogno fiabesco del "Piccolo Principe". Quando il piccolo principe interpreta "L'echo", tra lui ed il pubblico si eleva, o meglio cresce dal niente, una parete rocciosa, una muraglia oleografica che ha la consistenza di una montagna rocciosa reale. I colori, altro aspetto curatissimo dello spettacolo, perché assumono una importante valenza simbolica, sono di una caleidoscopica bellezza, ti suggestionano e ti affascinano. Attraverso questi 'meccanismi luminosi' viaggi nello spazio insieme al principe ed attraversi l'universo, pieno di galassie, stelle e pianeti, voli nel tempo tra il giorno e la notte, corri da un tramonto all'alba in un batter di ciglio, trapassi le stagioni, volteggi sull'arcobaleno, danzi sulla luna, insomma hai la sensazione di essere 'dentro' uno straordinario sogno, un sogno ad occhi aperti, e ti ritrovi, ti riscopri davvero bambino.....a proposito, mai visti bambini (tanti presenti in sala) così educatamente composti e totalmente catturati dallo spettacolo.

Credo che Cocciante, come tutti i compositori, sia un poeta, e la sensibilità dimostrata nell'affrontare musicalmente questo difficile tema, ne è la piena conferma. Le canzoni sono struggenti e sobrie, ma anche a tratti imperiose, le armonie seguono fedelmente lo stato d'animo dei protagonisti, la musica si sposa con il verso letterario senza prevaricarlo, però non rinuncia ad una propria autonomia. L'equilibrio raggiunto tra verso-parola-azione-gesto e la musica, è davvero singolare, forse oserei dire unico, anche perché distribuito per l'intera storia, per l'intero spettacolo, in parte ottimamente recitato. Un saggio che però, anche se con toni totalmente diversi, era già presente nel "Notre Dame".
Per citare e far capire basta ricordare, ad esempio, la già citata "Je t'ordonne" oppure "Chercher la source".
Per poi finire con due chicche musicali davvero da 'pelle d'oca', travolgenti come, "On aura toujuors rendez-vous" e "Le plus beau et le plus triste paysage du monde".
A fine spettacolo, standing ovation di consuetudine, con la differenza che quando ti alzi dalla poltrona e dici a te stesso: - Peccato che il sogno sia già finito, ora dobbiamo tornare alla dura realtà quotidiana -.

Massimo

Leggi il reportage della conferenza stampa di presentazione

LE PETIT PRINCE
Fino al 30 gennaio 2003
Casino de Paris, 16, rue de Clichy 75009 Paris (Metro Trinité o Liège)
Orari: Dal Martedì al Venerdì : h 20,30 , il Sabato: h 15,00 e 20,30, Domenica h 16,00, Lunedì riposo
Prezzi : 1° categoria : 50 €, 2° categoria : 42 €, 3° categoria : 20 €
Per prenotare : Tel 01 49 95 99 99

Musiche : Richard Cocciante
Liriche : Elisabeth Anaïs
Regia : Jean-Louis Martinoty
Scene : Hans Schavernoch
Costumi : Jean-Charles de Castelbajac

Sito ufficiale www.lepetitprince.com