MANUEL
FRATTINI E I POOH, UN BINOMIO DA FAVOLA!
Un Aladin così non si vedeva dai tempi di… Pinocchio! Manuel
Frattini trasporta ancora una volta il pubblico del musical
italiano in un mondo da favola, quello di “Aladin”, il
musical di Stefano D’Orazio con le musiche degli ex colleghi
Pooh, prodotto da Nausica Spettacoli.
Nei panni del “ladruncolo gentiluomo di Bagdad”, Frattini ha
tutte le intenzioni di continuare a suscitare le emozioni
regalate in tutto il mondo (dall’Italia alla Corea, per
arrivare, lo scorso ottobre 2010, alla consacrazione
definitiva a Broadway) nei panni del burattino
liberato dai fili, con una incontenibile voglia di crescere
e tanta curiosità per la vita.
Coreografie e regia di questo “Aladin” tutto italiano sono
di Fabrizio Angelini, in collaborazione con Gianfranco
Vergoni. Di grande impatto visivo le scene di Aldo De
Lorenzo e i costumi di Sabrina Chiocchio; la regia è fluida,
così come le coreografie, mai statiche. E si vede che sul
palco ci si diverte. L’unico neo si riscontra (detto a
titolo prettamente personale, n.d.r) nell’utilizzo delle
maschere per alcuni dei protagonisti: quasi sicuramente si
tratta di una precisa scelta registica finalizzata a
conferire un aspetto ancor più favolistico alla vicenda
raccontata sul palco, ma avrei trovato più appropriato
permettere a tutti gli attori di utilizzare al meglio il
proprio volto per far vivere più intensamente questa fiaba
al pubblico.
Il cast capitanato da Manuel Frattini è davvero di
prim’ordine: un apprezzamento particolare va sicuramente
riconosciuto ad Andrea Spina, nei panni di Jago: è il
personaggio che diverte di più, quello a cui sono affidate
le battute migliori; tutto questo senza nulla togliere
all’altro importante ruolo comico, il Genio, interpretato da
Roberto Ciufoli, il quale in questo spettacolo si diverte
pure a fare il Prologo, e senza troppa difficoltà si
destreggia tra comicità e atmosfere magiche, regalando al
pubblico quei momenti di spensieratezza che ci si aspetta da
questo personaggio. Jafar è interpretato da Simone Sibillano,
la cui potenza vocale soddisfa sempre, ma è forse
penalizzato dall’impostazione del personaggio. D’accordo che
i suoi duetti (canori e non) con Jago abbiano una chiara
funzione comica, ma in lui ciò che dovrebbe essere perfido o
“pessimo” (dal titolo di una delle canzoni che interpreta
con Jago), viene invece espresso con una sorta di
‘insoddisfazione cronica’. Rilevanti dal punto di vista
comico sono ancora il Sultano (Antonio Romano,
indimenticabile Don Abbondio per Tato Russo n.d.d.),
Lunatica, veggente che non ne azzecca una (Claudia
Campolongo) e soprattutto Andalù (Maurizio Semeraro), il
servo eunuco del Sultano, che non si risparmia mai un
appellativo per il regnante né una battuta carica di
ilarità. Accanto ad Aladin c’è il fidato Abù (Alex
Mastromarino), davvero un ottimo complice/spalla.
Sul versante femminile il cast si fa notare per le splendide
e possenti voci di Valentina Spalletta (Jasmine) e Silvia Di
Stefano (Shadia), fedele e premurosa dama di compagnia della
principessa: a loro sono affidati sia i momenti più dolci e
riflessivi dello spettacolo, sia quelli più energici;
entrambe sono l’emblema di quanto possano essere risolute e
combattive le donne, anche quando ci sono leggi loro
sfavorevoli.
Le musiche dei Pooh, con la direzione musicale di Giovanni
Maria Lori, fanno da sfondo a una storia ben concepita, ma
non si può fare a meno di notare alcuni passaggi in stile
“Pinocchio” o addirittura alcune note che riportano alla
mente altri musical, come “La Bella e la Bestia”. Nel
complesso, uno spettacolo da vedere. Il musical, dopo
Milano, sarà in scena in tutta Italia fino ad aprile
prossimo.
Roberto Mazzone
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