SHAWNA FARRELL

Martedì 4 marzo 2008 - Incontro Shawna Farrell, la vulcanica direttrice della Bernstein School of Musical Theater di Bologna, dopo l'applauditissima replica di Sweeney Todd, che gli allievi del secondo e terzo anno della scuola hanno portato in scena, in un adattamento completamente in italiano che dire curato e perfetto è dire poco, nella piccola e affollatissima Sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste.
E' già il terzo anno che la BSMT "esporta" i suoi spettacoli nel capoluogo giuliano, trovando qui l'ambiente ideale: una sala a misura giusta, intima, dove si può allestire un musical in versione acustica, senza l'ausilio di complessi e costosi impianti audio, e soprattutto un pubblico maturo e preparato (grazie al Rossetti per la straordinaria opera di divulgazione nel genere musical).
Nati come saggi di fine anno, ma veri banchi di prova per gli studenti che mettono in pratica non solo le loro capacità da performer ma anche le tante abilità tecnico pratiche necessarie per allestire uno show, questi spettacoli sono piccoli gioielli di passione e bravura. Altro che starlettine che si improvvisano star. E Shawna, seduta accanto a me, dietro le quinte, sul grazioso divanetto che fa parte dell'arredamento della casa di Johanna, con me si sfoga anche di questo. Ma andiamo con ordine.

Ormai sono quindici anni che dirigi la BSMT: in tutto questo tempo cosa hai visto cambiare?
Tante cose. Innanzitutto abbiamo visto il musical in Italia crescere, i ragazzi che arrivano da noi sono sempre più giovani e per la maggior parte sanno già quello che li aspetta, cioè che non sarà una passeggiata... anche se trovi sempre quelli che poi sono un po' scioccati. Il livello, devo dire, avrei sperato fosse più alto, visto da dove siamo partiti. Ho sperato che quel che è successo in Germania accadesse anche da noi, e invece non è successo. Ma ora, che ci sono diverse scuole, e i ragazzi possono contare su un buon training, spero che le cose cambino.

Secondo te cos'è che non ha funzionato in Italia?
Oddio, mi fai mettere proprio le dita nella piaga! Dunque... altrove si studia molto per fare questo mestiere, perché già essere solo un attore è molto difficile, ma per essere cantante-attore-ballerino, o perlomeno sapere come muoversi bene, ci vuole molto molto training. E c'è una leggerezza qui in Italia, che tutti pensano che basti niente per fare qualsiasi cosa, dallo scrivere, al cantare, o al fare i produttori!... Ma non è questa la maniera! Perché comunque ci vuole un duro, duro lavoro. Il talento è solo un piccolo 5%, tutto il resto è solo ed esclusivamente lavoro e studio, e purtroppo qui non c'è né disciplina né voglia di impegnarsi, e questo mi avvilisce molto.

La vittoria di Giò di Tonno e Lola Ponce a Sanremo può cambiare le cose?
Sinceramente non lo so. Francamente non so se farà una grande differenza...

Intendevo dire... Giò di Tonno è attualmente impegnato in un'altra bella produzione, la versione italiana - in italiano - di Jekyll & Hyde, che qui a Trieste ha fatto buoni risultati, a differenza di quello che è accaduto nel resto del Paese; questa vittoria sanremese può portare a teatro un "altro" pubblico, a vedere un musical come si deve, e innescare così un effetto volano per spettacoli di qualità?
Uno lo spera, senza dubbio. Giò di Tonno è un grande cantante e un grande artista, ma ci vorrebbero più festival e manifestazioni come Sanremo ma mirate solo al musical, che dovrebbero far vedere al pubblico che c'è tutt'altra roba "là fuori", non solo i soliti titoli che girano in continuazione!

Con Sweeney Todd hai fatto una fatica immane: hai portato un autore, Sondheim, già difficile di suo anche tra gli amanti del musical, in più lo fai in italiano con degli studenti di musical, cioè con performer che non hanno ancora tutto questo background alle spalle... ma come fai?!?
Come faccio?... Eh! Non dormo! (ride) In effetti... lavoro in continuazione! Credo che sia proprio passione, la mia; lavoro dalla mattina a tarda notte, e i miei studenti lo vedono. Se non fai questo adesso, con loro, quando mai questi ragazzi avranno la possibilità, qui in Italia, di affrontare questi titoli, questi lavori di così grande spessore? Perciò, visto che sono cresciuta io così, in Canada, cerco di passare ai miei ragazzi questo metodo.

Tra l'altro Sweeney Todd sarà in cartellone al Comunale di Bologna, giusto?
Sì, è in programma per la prossima stagione, un allestimento dell'ente lirico. Spero che qualcuno dei miei ragazzi venga preso, e magari che prendano anche la traduzione...

L'ultima moda nel musical mondiale sembra essere il reality-casting: ha cominciato Lloyd Webber in Inghilterra per Joseph e The Sound of Music, negli Usa adesso si cerca la protagonista di Legally blonde, in Germania il nuovo Tarzan... come la vedi?
Male, male... Io la vedo come la fine di una tradizione che è durata per tanti anni, vedo la superficialità in queste operazioni, non ci può essere professionalità! E torniamo al discorso di prima, nessuno può improvvisarsi in questo mestiere. Certo, ci può essere quello con un gran talento, ma è davvero cosa rara poter proseguire e campare solo di talento! Tutti gli altri devono lavorare sodo!
Insomma, ai reality dico no, a mio parere non è un buon esempio per chi vuol fare questo mestiere!

Per finire... un saluto agli Amici del Musical?
Oh, il sito e la mailing list sono davvero una gran bella cosa! E' un luogo di scambio di opinioni, di idee, anche di polemiche, certo, ma questo vuol dire che è una cosa viva, no? Le persone che lo frequentano sono appassionate, e questo davvero mi auguro, di riuscire ad appassionare la gente, e che continui a crescere la voglia di vedere spettacoli di qualità!

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