CARL ANDERSON
Lunedì 23 febbraio 2004 il "Los Angeles
Times" pubblica una brutta notizia per il mondo musicale:
Carl Anderson, attore e cantante afroamericano, famoso per
aver interpretato il ruolo di Giuda in numerose produzioni
del musical "Jesus Christ Superstar," si è spento al
Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles all'età di soli
58 anni. Leucemia, diagnosticatagli sette mesi prima durante
un revival tour del musical.
Lo piangono la moglie, Veronica Porche Ali, un figlio (Khalil
McGhee-Anderson, nato da un precedente matrimonio), due
figliastre e molte sorelle.
Uno di dodici figli di un operaio di acciaieria e di una
cucitrice, nasce a Lynchburg, Virginia, il 27 febbraio 1945.
Si diploma verso la metà degli anni '60 alla Dunbar High
School, dove vige la segregazione razziale. Nel 1964
interpreta King Monroe nella serie TV "Another World".
Studia poi alla Howard University e diventa voce solista
della rock band Second Eagle. Quando un produttore vede in
TV una clip della band suonare musiche da "Jesus Christ
Superstar" (noto in Gran Bretagna, ma ancora mai eseguito
negli Stati Uniti) scrittura Anderson per interpretare a
Broadway il ruolo di Giuda Iscariota, per sostituire Ben
Vereen, malato. E' il 1971. Da allora il nome di Anderson
diventa sinonimo di quel suo ruolo (che interpreterà in
oltre 1200 rappresentazioni), tanto da ricevere minacce da
integralisti cattolici che sera per sera tenteranno in ogni
modo di bloccare la messa in scena dello show.
Nel 1973 interpreta lo stesso ruolo nella versione
cinematografica del musical per la regia di Norman Jewison.
Come vocalista jazz, Anderson registra diversi album fra gli
anni '80 e '90. Tanto è dedito a farsi un nome nella musica
pop/jazz che rifiuta di riprendere il "suo" ruolo durante il
resto degli anni '70 e per tutti gli anni '80, evitando
persino di menzionarlo nel suo curriculum. Nominato per un
Grammy Award per il suo duetto con Nancy Wilson dal titolo "Forbidden
Lover", ne incide anche uno con Gloria Loring (famosa per "Days
of Our Lives") nel 1986 dal titolo "Friends and Lovers".
Appare in serie televisive quali "Hill Street giorno e
notte", "Magnum, P.I." (1980; interpreta un cantante),
"Hotel" (1983; nel ruolo di Nelson Hayes), "Cop Rock" (1990;
è il giudice Walter Flynn). Altri cameo: Tony Malavida in
"Agenzia Rockford" (1974), Marsellus Cobb e Ralph in due
episodi di "Starsky & Hutch" (1975), e Oscar ne
"L'incredibile Hulk" (1978).
Interpreta anche film non musicali: "The Black Pearl"
(1978), "Mind Over Murder" (film TV del 1979 anche
conosciuto col titolo "Deadly Vision", in cui è Baker), "Il
Colore Viola" (1985; è il reverendo Samuel), "Mello's
Kaleidoscope" (2002; è il Dr. Klip).
Torna a Lynchburg il 6 dicembre 1997 per uno speciale
concerto di Natale con un'orchestra di 50 elementi e un coro
di 300 voci.
Nel 2001 partecipa allo special TV "Intimate Portrait: Laila
Ali", l'anno dopo a "It's Black Entertainment".
Poco prima di morire stava programmando un tour teatrale
mondiale di "Jesus Christ Superstar" che avrebbe riunito
molti membri del cast originale, compreso Ted Neeley nel
ruolo di Gesù, e avrebbe preso il via in Vaticano
nell'autunno del 2004.
Laura Confalonieri |
SO LONG, CARL!
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In loving
memory of
Carlton Earl Anderson,
27 Febbraio 1945 - 23 Febbraio 2004
"My mind is clearer now, at last all too well,
I can see where we all soon will be"...
Sautino mio carissimo,
io sono qui e tu sei lì. Ma, come tu stesso dicesti, noi non
siamo mai del tutto dove siamo. E infatti ora io sono lì e
tu sei qui più di quanto sia umano ed intelligibile pensare.
Tu sei qui, nella mia testa, che rimbalzi dai miei occhi di
bambino alla mia pelle di adulto come quelle palline magiche
che quando le getti sul pavimento è impossibile intuire in
che direzione andranno, e noi comunque a inseguirle con lo
sguardo tra ansia e incantata sorpresa.
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Quando arrivasti eri atteso da tutta la
vita. E io ed Egidio (La Gioia), con la fame insaziabile
degli innamorati di sogni eravamo sul piede di guerra già da
giorni: di chi era la voce in "See my purse I'm a poor poor
man" dei lebbrosi? Chi canta davvero il ruolo di Pietro? Chi
questo? Cosa quest'altro? Quando? Come? Perché?... Tu hai
sorriso, mi hai abbracciato, e non ci siamo separati mai
più. Da allora non sono riuscito una sola, santa, unica
volta in tutta la Millennium Edition di JCS Italia '99/2000
ad uscire dal teatro senza di te, per poi restare ore a
parlare, chiarire, scambiare con appassionati (a palate!) di
ogni ceto, cultura, razza e religione ciò che Jesus era,
voleva, doveva essere e contestare, anche aspramente, le
tante forzature che a quel meraviglioso messaggio venivano
spesso ascritte.
E lo dicevi che Giuda era il figlio che nessuna madre
avrebbe voluto avere, di cui nessuno ha scritto altro che il
suo tradimento, inchiodato ad una croce d'ignominio con
chiodi arrugginiti di pregiudizio. Però, aggiungevi, anche
lui doveva aver avuto una casa, una famiglia, degli amici,
dei valori, dei sogni. E allora forse avremmo potuto anche
avvicinarci a questo Atlante col suo orrido eterno fardello
e provare a parlargli, a cercare attraverso lui un nuovo
senso, una nuova chiave. Ad esempio l'amore immenso fra lui
e Gesù, così poco idolatro, iconografico, così simile
all'amore che conosciamo, quello di tutti i giorni, fatto di
slanci commoventi e ferocissimi scontri che a volte sembrano
così insormontabili, ma che possono essere superati con un
sorriso ed una carezza.
Ricordi, man? "Giuda non è chi ha la faccia da Giuda". Beh
soprattutto non sarà mai chi non canta (e non può cantare)
da Giuda! E allora l'unica è studiare, prepararsi duramente,
e lavorare sui tuoi proverbiali punti fermi: eliminazione
dell'auto-compiacimento, rispetto assoluto per il
compositore (e per le note che ha scritto!), amore per il
testo e per il personaggio, ma più di ogni altra cosa
verità, che si realizza mediante l'essere esposti e
vulnerabili, facendo delle proprie paure e timidezze il
brando del condottiero per stupefare i mulini a vento...
Seguendo questo tuo criterio, fratello mio, dovremmo dare
fuoco ai granai. Chiudere i teatri, zittire i cialtroni,
sputare ai registi, impalare i produttori... No, man! Non
servirebbe, anche se conosco bene il tuo dolore e so
perfettamente come la pensi riguardo i pupazzi e i loro
variegati sponsor. Però le scuole, quelle sì, potrebbero
fare qualcosa di più, e i ragazzi che vogliono crescere,
quelli sì devono esigere da sé stessi e da chi li prepara
qualcosa di più: se ci sarà materiale umano migliore,
l'intruglio è destinato a finire. I furboni avranno poco
sugo in cui intingere le loro brioches e le audizioni
saranno finalmente vere, per tutti!
Vedi quante speranze, vecchio Badula? E pensare che tante ne
avevamo (ricordi?) e altrettante ce ne hanno fatte
passare...
Ma non fu l'amarezza a tagliare le unghie al leone, fu ben
altro. Ti ho aspettato tanto quando sapevo che t'avrei avuto
accanto in Evita: sin sala bin, non sei arrivato e non ti ho
più rivisto. Però hai continuato a gridare il tuo Jesus
ancora a lungo, attraverso tutti gli Stati Uniti, mentre noi
a cercarti in altre voci, in altri sudari, in altri
ristoranti, sempre troppo tardi, sempre troppo soli.
Io ti ho trovato poco dopo: nelle amarezze e mortificazioni
subite, nei segni che il preconcetto ha lasciato sulla mia
pelle come li lasciò sulla tua. E oggi che mi trovo nella
più importante produzione di teatro musicale del mio Paese
di tutti i tempi, ecco proprio oggi, avrei così tanto
bisogno di un tuo sguardo, di una tua magia, come quando ero
piccolo e guardando le tue lacrime nell'orto degli ulivi
avrei voluto asciugarle e invece riuscivo solo ad
aggiungervi le mie. Ecco, non è cambiato nulla, ancora mi
fai lo stesso effetto, maledetto strillone sudista, sempre
il solito, come sempre!
Vabbè, 'sto "Brunello di Mortaccino" dev'essere bevuto,
sennò diventa vermouth. Solo un ultimo pensiero: ricordi
quando mi dicevi di Dio e Alice nel Paese delle Meraviglie?
Ora che sei lì, nel Paese dov'è solo meraviglia, bacia ti
prego la piccola Alice e fai che porti con sé qualcosa di
tuo, che mi dia coraggio, che mi faccia sentire meno solo e
perduto.
Per tuo figlio Khalil, per tutti noi di JCS Italia '99/2000,
per i ragazzi della Big Band, quelli delle Masterclass, la
gente semplice e amorevole che ti ha accarezzato con gli
occhi almeno una volta (e Dio mi perdoni per chiunque avessi
dimenticato), sia luce sul tuo cielo, riposo sul tuo cuore,
pace sulla tua anima. Per noi che restiamo qui, accendi ti
prego il calore di un sogno che non si spenga. In un canto
di puro, puro amore.
So long Judas: love and light forever, Amen.
Luca Velletri
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