FEDERICO BELLONE: COME NASCE UN
SUCCESSO
Ha solo 26 anni ed
ha già firmato regie di grandissimi successi teatrali come "Grease"
e "High School Musical"; ha vinto il prestigioso Parksmania Award
2008 per lo spettacolo “Hollywood Dreams” messo in scena a Gardaland;
è stato per anni al fianco di Saverio Marconi nella Compagnia della
Rancia con il quale ha messo in scena grandissimi eventi del calibro
di “Pinocchio”, "Cantando sotto la pioggia", “Tutti insieme
appassionatamente”, "The Producers", "Sweet Charity", "A Chorus Line";
è il Direttore Artistico della prestigiosa “Scuola del musical - SDM”
di Milano e ha fondato la società di produzione teatrale Live on
stage, con cui ha prodotto i musical "Annie" e "La piccola bottega
degli orrori". Ultimamente ha raggiunto un altro importantissimo
traguardo diventando Direttore Artistico per l’Italia di Stage
Entertainment, produzione leader nel mondo nell’intrattenimento e
nel teatro musicale, che si accinge a mettere in scena il colossal
Disney “La Bella e la Bestia”.
Parliamo di Federico Bellone, regista e produttore diventato uno dei
principali punti di riferimento per il musical in Italia.
-Com’è nata la tua passione per il musical?
Ricordo che fin da piccolissimo ero attratto dagli spettacoli
musicali prima visti in televisione (Fantastico, G. B. Show) e poi
in teatro.
-Quando hai capito che sarebbe diventato il tuo lavoro?
L'ho sempre desiderato e ho sempre cercato di essere molto
determinato nel provare a conseguire quest'obiettivo.
-Com’è avvenuto il tuo incontro con Saverio Marconi e la
Compagnia della Rancia?
Invitai Michele Renzullo, produttore esecutivo di Compagnia
della Rancia, a vedere una mia produzione amatoriale di "Sette spose
per sette fratelli". Conosciutolo in quell'occasione gli chiesi
successivamente se avessi potuto essere di qualche aiuto in teatro,
per qualsiasi mansione. Così fui prima maschera, poi comparsa, dopo
assistente volontario alla regia di Saverio Marconi, successivamente
suo aiuto regista, fino a regista.
-Secondo te quale “segreto” ha permesso alla Rancia di portare il
musical in Italia facendolo diventare una realtà produttiva che dà
lavoro a tanti artisti ed emoziona moltissimi spettatori nel nostro
Paese?
Nessun segreto. Sono ottimi impresari che conoscono a fondo il
teatro e che svolgono il loro lavoro con estrema passione e alta
professionalità.
-Cosa manca ancora al musical italiano per raggiungere i livelli
di successo che si riscontrano all’estero?
Probabilmente in termini numerici non sarà mai possibile
raggiungere i risultati di Broadway o di Londra. Dopo tutto queste
città sono famose nel mondo anche per la loro peculiare attività
teatrale. Per avvicinarci maggiormente ai successi delle capitali
del musical probabilmente è necessario un approccio aziendale ancora
maggiore, e del tempo.
-Stage Entertainment con la produzione de "La Bella e la Bestia"
lancia nel nostro Paese la sfida pressoché inedita della lunga
tenitura, in cosa consiste? Come nasce questo importante marchio? E’
vero che in Germania il 20% del turismo è in qualche maniera legata
agli eventi teatrali?
La sfida è ovviamente quella di produrre uno spettacolo che possa
restare in scena nello stesso teatro per molti mesi, o anni, finché
il pubblico comprerà i biglietti. La differenza sostanziale è che
Stage essendo una multinazionale che ha già sperimentato questa
formula più volte in altri paesi, è forte dell'esperienza
precedente. Il marchio nasce dall'infinita passione di un uomo per
il teatro, Joop Van Den Ende, già creatore di Endemol, la famosa
società di contenuti televisivi.
Rispetto al turismo in Germania basti pensare che dal 2001 ad oggi
il musical "Il re leone" è in scena ad Amburgo ed è praticamente
sempre esaurito.
-Dei tanti spettacoli da te realizzati a vari livelli, qual è
quello che ricordandolo ti da più soddisfazioni?
"Grease". E' stato uno spettacolo che ho amato molto la prima
volta che l'ho visto da spettatore. Dirigerlo, come primo spettacolo
per la Compagnia della Rancia a 25 anni, è stata una grandissima
soddisfazione.
-Quali interpreti ricordi come modelli di professionismo, di
talento, di creatività e di simpatia umana?
Un nome per tutti: Lorella Cuccarini.
-Tempo di bilancio per High Shool Musical: secondo te in che
misura la febbre del musical ha contagiato i ragazzini?
A più di 40 gradi! Non credo sia mai stato prodotto in Italia un
altro spettacolo che abbia avvicinato così tanto un pubblico di
giovanissimi al teatro .
-Puoi dirci in poche parole qual è il segreto per realizzare una
buona regia di musical?
Studio e analisi, ricerca, fantasia, organizzazione e metodo,
polso, un cast e una squadra creativa forti.
-C’è più ispirazione o fredda tecnica in questo lavoro?
La mia opinione è che debbano entrambe convivere al 50%.
-Qual è il ruolo di un produttore di musical, figura poco
conosciuta dal grande pubblico?
Solitamente in Italia il produttore è più che altro
l'organizzatore del tutto. Colui che fa sì che lo spettacolo vada in
scena coordinando tutti i settori. Alcuni produttori, come ad
esempio il famoso Cameron Mackintosh, hanno anche grande voce in
capitolo sull'aspetto artistico, marchiando gli spettacoli in
maniera molto riconoscibile.
-Tu hai anche seguito la nascita di spettacoli nuovi
completamente italiani, è possibile al momento investire in progetti
completamente nuovi o il musical deve ancora crescere molto
attraverso i grandi titoli stranieri?
I tempi stanno cambiando. Tutto viene consumato molto rapidamente.
Credo sia già arrivato il momento di sviluppare spettacoli italiani.
E' già stato fatto molte volte.
-Qual è attualmente il tuo sogno? C’è un musical che vorresti
portare in scena?
Il mio sogno è semplicemente quello di continuare a fare questo
mestiere sempre con produzioni valide. Un musical che mi piacerebbe
tanto portare in scena (temo non succederà mai) è Follies di
Sondheim.
-Quali sono le caratteristiche che deve presentare una scuola di
musical per far crescere le nuove generazioni di performer?
Noi della SDM siamo fortunati perché cerchiamo di trasmettere
agli allievi quello che poi cerchiamo per gli spettacoli
professionali e facendone diversi all'anno abbiamo un disegno molto
chiaro in merito.
-Hai un modello che ispira la tua carriera?
Senza mezzi termini oggi devo praticamente tutto a Saverio
Marconi e alla Rancia. Invidio molto positivamente la sua forza di
volontà e la grinta con cui ha fatto nascere e portato avanti la
Rancia stessa dal niente fino a farla diventare la più grande
società di produzione teatrale italiana.
Roberto Mazzone |
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